Il segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale e il Presidente della Federazione degli Ordini criticano aspramente la scelta di procedere con la vaccinazione eterologa per gli under60 vaccinati con AstraZeneca
I medici di famiglia non ne possono più «di essere il terminale delle indecisioni degli altri». La «vaghezza con cui l’Aifa si esprime in merito al mix vaccinale» è «inaccettabile». E chi dovrebbe prendersi la responsabilità di somministrare vaccini a mRna per completare il ciclo iniziato con AstraZeneca? Silvestro Scotti, Segretario nazionale della FIMMG (Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale) è a dir poco innervosito da quel che sta accadendo negli ultimi giorni per quanto riguarda la campagna vaccinale. In particolare, è l’indicazione (considerata troppo vaga) di effettuare il richiamo a chi ha avuto la prima dose di AstraZeneca (ora vietato agli under60) con Pfizer o Moderna a scatenare la sua protesta.
Scotti: «Speranza sostituisca Cts dell’AIFA»
«Da un ente regolatorio – ha spiegato all’Adnkronos Salute – mi aspetto una regola definita, soprattutto dopo la difficile storia comunicativa del vaccino AstraZeneca. I cittadini ci chiamano continuamente per chiarimenti. Noi non abbiamo risposte». Per questi motivi il Segretario FIMMG chiede addirittura al Ministro della Salute Roberto Speranza la sostituzione del Cts dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
«In generale troviamo di fronte a un modello comunicativo completamente sbagliato con informazioni che rischiano di confondere – afferma Scotti – supportato da un sistema regolatorio che si è dimostrato incapace. In tema di vaccini non credo che le pronunce fatte fino ad oggi appartengano alla serietà di un ente regolatorio che deve dare sicurezza agli operatori e ai cittadini. E in un Paese normale sarebbero state chieste le dimissioni dei responsabili delle ‘non decisioni’».
Secondo Scotti «è’ assolutamente evidente» che in AIFA c’è un Comitato tecnico scientifico «inefficace, succube del problema dell’appropriatezza amministrativa di cui si preoccupa più che dell’appropriatezza assistenziale. Forse sarebbe bene che, periodicamente, queste strutture fossero rinnovate. Il caso AstraZeneca mostra tutta l’inefficienza di questa Commissione».
«Il disorientamento che tutti noi costatiamo in questo momento tra i cittadini, ma anche tra il personale sanitario, in seguito alle ultime decisioni del Governo e dell’AIFA» in merito alla ripianificazione della campagna vaccinale «ci porta a fare una serie di riflessioni». Così in un video il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli. «Credo che sia il momento – ha spiegato – di sottolineare quanto sia necessario e indispensabile il ruolo del medico. In fin dei conti, è il medico che decide quando somministrare un farmaco e anche in questa circostanza», data la possibile scelta tra quattro diversi vaccini, deve essere «il medico a decidere in quanto può farlo sulla base delle indicazioni e delle raccomandazioni del Ministero ma soprattutto delle caratteristiche del cittadino che si trova di fronte rispetto alle sue patologie, al suo vissuto e alle sue richieste».
Il Presidente della Federazione crede che «il ruolo che può giocare oggi la professione diventa fondamentale», in quanto «abbiamo visto che il vaccino non può essere somministrato senza prescrizione medica, perché ogni momento in cui un medico prescrive un farmaco sa cosa fa ma soprattutto si assume le sue responsabilità. È il momento – conclude Anelli – che gli italiani riflettano e che l’attività della professione torni ad essere un grande valore per la tutela della salute dei cittadini».
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