Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici commenta l’intervento di Speranza al Congresso Fimmg: «Rappresenta tappa miliare nel processo di riforma della sanità territoriale. Mantenere capillarità e rapporto di fiducia»
Ha il volto soddisfatto Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FNOMCeO) al termine dell’intervento di Roberto Speranza al Congresso della Fimmg. «Le dichiarazioni del Ministro sono importanti e rappresentano una tappa miliare nel processo di riforma che riguarda la sanità», dichiara ai nostri microfoni. «Il fatto che il medico di Medicina Generale secondo il Ministro debba poter continuare ad essere il punto di riferimento dei cittadini mantenendo la capillarità e soprattutto il rapporto di fiducia è un passaggio importante».
«Certo – aggiunge -, non possiamo rimanere come eravamo nel passato, ma dobbiamo fare in modo che anche i professionisti sul territorio lavorino insieme, costruendo quei team delle cure primarie che oggi sono uno strumento fondamentale. È inimmaginabile che all’interno di un ospedale ci siano padiglioni solo con medici, si lavora insieme a tutte le professioni sanitarie. Allora perché sul territorio i medici di Medicina Generale devono lavorare da soli? Hanno bisogno di lavorare con le altre professioni sanitarie e i cittadini hanno il diritto di avere a disposizione quelle competenze che sono tipiche di 31 professioni sanitarie».
E come il Ministro, Anelli glissa sul binomio dipendenza-convenzione, intorno al quale si snoda il dibattito principale di queste ore. Anche se il suo punto di vista appare chiaro: «Se noi delineiamo questa figura, il rapporto contrattuale diventa consequenziale, quindi non accentuerei oggi il ragionamento sulla dipendenza, che tuttavia rischia di incancrenire la flessibilità che oggi il medico ha andando incontro ai bisogni dei cittadini. In questi mesi la Medicina Generale ha dilatato i propri tempi, ha allungato il numero di ore disponibili lavorando anche di sabato e nei giorni festivi. Ma questo è stato possibile anche perché lo ha permesso uno strumento contrattuale. Non c’è dubbio, tuttavia, che si possa sempre migliorare».
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