Dal 2008 ad oggi le donne Dg sono aumentate dall’8,5 al 18,2%. Nella PA la presenza femminile ai vertici è al 14,4%, nel privato le donne CEO sono il 18%. Nel SSN sono donne anche il 35,1% dei direttori amministrativi e il 32,2% di quelli sanitari, mentre è quasi paritaria la presenza nel ruolo di Direzione socio-sanitaria, assegnato a donne nel 47,6% dei casi. Nelle Direzioni strategiche, nel complesso, la presenza di manager donne si attesta intorno al 30%
Una ricognizione condotta da Fiaso, la Federazione delle Aziende sanitarie e ospedaliere, evidenzia che il Sistema sanitario nazionale vanta la maggior presenza di top manager donne in tutta la Pubblica Amministrazione, con il 18,18% di Direttori generali donne contro il 14,4% di posizioni apicali nella PA occupate da donne (Istat).
Tra gli iscritti all’Albo degli idonei all’incarico di Dg, il 26,28% è donna, a testimonianza che la possibilità di incrementare la presenza femminile ai vertici delle aziende sanitarie pubbliche è a portata di mano. Una presenza che comunque è in crescita dal 2008, quando si attestava all’8,5%, per svilupparsi negli anni successivi sino a toccare il 18% nel 2016, dato eguagliato e superato con il 18,18% fotografato da Fiaso al 22 febbraio di quest’anno.
Percentuali in linea con quelle del mondo delle imprese private, che in Italia vedono la posizione di CEO occupata da una donna nel 18% dei casi (Grant Thornton, Women in Business 2021), percentuale che sale al 22% se si considerano anche altre posizioni al vertice dei consigli di amministrazione (European Women on Boards, Gender Diversity Index 2020).
Più accentuata la presenza di direttori amministrativi donne, pari al 35,15% del totale, mentre una su tre (il 32,18%) ricopre il ruolo di direttore sanitario. Quasi paritaria la presenza nel ruolo di direzione socio-sanitaria, che raggiunge il 47,62%. Se si guarda alle Direzioni strategiche nel complesso, la presenza di manager donne si attesta intorno al 30%.
A livello regionale la presenza femminile nel top management aziendale varia in relazione al ruolo. Dall’analisi condotta da Fiaso, attraverso l’elaborazione di dati del Mef (sino al 2017) e della propria banca dati (per gli anni successivi, sino al 2021), emerge che nel ruolo di Dg la presenza femminile è percentualmente più marcata nelle Marche (50%), nel Lazio (47,3%), in Calabria (44,4%) e in Toscana (37,5%). In termini assoluti in cima alla classifica troviamo invece il Lazio con 9 donne Dg su 19, la Lombardia con 6 su 40, l’Emilia-Romagna con 5 su 14 e la Calabria con 4 su 9.
Quanto al ruolo di Direttore amministrativo, in termini percentuali in testa c’è la Sardegna con il 66,7%, seguita da Piemonte e Liguria (entrambe con il 55,6%). Con oltra la metà di donne troviamo poi il Lazio con il 52,6% di presenze femminili. In termini assoluti primeggiano invece Lazio, Lombardia e Piemonte con 10 donne DA ciascuna.
Tra i Direttori sanitari la Toscana detiene il primato in percentuale (57,1%), seguita da Emilia-Romagna (50%), Lazio (47,4%) e Campania (47,0%). Il Molise registra il 100%, ma si tratta di una regione ad azienda unica. In termini assoluti al primo posto si colloca la Lombardia, con 11 DS su 40, seguita da Lazio, con 9 su 19, e Campania con 8 su 17.
Per Mara Azzi, vice-presidente Fiaso: «I segnali recenti sono sicuramente positivi, e possiamo rallegrarci che il Ssn si confermi, una volta di più, come la parte più avanzata della PA, anche nella lunga rincorsa alla parità di genere». Secondo Flori Degrassi, Coordinatrice regionale Lazio Fiaso: «C’è ancora molto da fare per consolidare i risultati raggiunti e promuovere politiche a sostegno della parità di genere, che richiedono una attenzione specifica e costante a tutti i livelli del Ssn. Per queste ragioni – ha concluso la Degrassi – Fiaso ha promosso di recente l’istituzione di un gruppo di lavoro, dedicato proprio alle politiche per le pari opportunità all’interno del Ssn».
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