Lavoro e Professioni 9 Aprile 2024 11:59

Nella Piattaforma politica di FASSID una barriera alle diseguaglianze socio assistenziali

Valorizzazione dell’offerta territoriale, percorsi clinici per patologie, guardia attiva per risposte emergenza/urgenza

Nella Piattaforma politica di FASSID una barriera alle diseguaglianze socio assistenziali

“Dopo 45 anni dalla legge 833/78, che istituì il SSN unico, equo ed universalistico nel nostro Paese, assistiamo ad un progressivo degrado delle nostre strutture assistenziali pubbliche con un preoccupante livello di macroscopiche diseguaglianze socio assistenziali in un sistema salute in cui, secondo l’ultimo rapporto CREA, la spesa privata supera i 40 miliardi e 1,6 milioni di famiglie sono in stato di povertà conclamata”.

Lo sottolinea in una nota il Fassid scondo cui “gli effetti nefasti di queste condizioni si ripercuotono sui cittadini meno abbienti che non possono accedere né all’assistenza pubblica che di fatto li respinge a causa di liste di attesa bibliche e, tanto meno, possono in alternativa ricorrere all’offerta sanitaria privata che, peraltro, registra un vorticoso incremento degli accessi e dei profitti, grazie alle recenti scelte politiche.

Tale situazione è figlia di anni di errori strategico-politici che hanno condotto, inevitabilmente, al depotenziamento dell’assistenza pubblica con la costante e inesorabile riduzione delle risorse disponibili (umane, economiche, tecnologiche).

Tutto questo “Armageddon” – specifica il Fassid – avviene nella totale assenza di informazione e coinvolgimento dei cittadini che, però, pur percependo sulla propria pelle il crescente disagio (dal Sondaggio IPSOS Gennaio 2023: L’art. 32 della Costituzione viene rispettato? il 70% dei cittadini ha risposto: No, non del tutto), si stanno adattando cercando affannosamente qualche via alternativa che possa evitare il fatale approdo alla rinuncia delle cure.  Va da sé che, così come accade per le cure, la stessa deriva sta investendo (e non poteva essere altrimenti) il settore della prevenzione, un settore che di contro dovrebbe essere etichettato come l’unico vero e irrinunciabile investimento da fare in sanità e che potrebbe salvare o migliorare la qualità della vita di molte più persone (v. Rapporto SVIMEZ 2024: Un Paese, due cure)”.

Per la Federazione non ci sono ricette salvifiche: “Il sistema, come oramai acclarato, ruota sostanzialmente intorno a due parole chiave: finanziamento e sostenibilità, la situazione economica del Paese non consente oggi alcuno spreco di risorse su spinte consumistiche di mercato. Elemento da tenere sotto controllo è quello correlato alla cosiddetta medicina difensiva che ha determinato un eccesso di domanda per prestazioni troppo spesso inutili.  Riguardo a quest’ultimo aspetto, diventa prioritaria la  necessità di prevedere   la depenalizzazione dell’atto sanitario per  tutti i professionisti del SSN (non solo per i medici ).

L’equità di accesso alle cure deve essere invece il fine unico per assicurare l’uguaglianza tra tutti i cittadini, nessuno escluso, da nord a sud del Paese. A tal proposito non si può sottacere il fatto che questo principio possa essere messo in discussione con la costituenda autonomia delle regioni”.

La Federazione FASSID, annovera al suo interno rappresentanze di  tutte le professionalità della medicina dei Servizi del SSN (AIPAC – Patologi clinici, AUPI- Psicologi, SIMET – Medici del Territorio e della Igiene e Prevenzione, SINAFO-Farmacisti Ospedalieri e dei Servizi Territoriali –  SNR-Dirigenti dell’Area Radiologica).  La valenza trasversale tra tutti i servizi, degli ospedali e del territorio può rispondere, quindi. in maniera completa ai nuovi bisogni attraverso la multidisciplinarietà e offrire la necessaria interpretazione critica della domanda avvicinandola maggiormente e progressivamente ai veri bisogni insoddisfatti della popolazione.

E’ obiettivo di Fassid “il passaggio dalla attuale visione ospedalocentrica a quella della valorizzazione dell’offerta territoriale per rendere ogni percorso più accessibile e diminuire le distanze tra cittadino ed istituzioni garantendo, al contempo, la sostenibilità e la qualità  dell’assistenza. In considerazione del costante aumento del ricorso agli esami diagnostici (soprattutto laboratoristici e radiologici), si potranno dare risposte immediate in urgenza/emergenza, grazie ad un servizio di guardia attiva, in sostituzione della Pronta disponibilità nei DEA di I e II livello. Si dovranno, poi, superare le criticità legate alla totale assenza o insufficienza di percorsi clinici per patologie, condivisi su base multi-specialistica e multi-disciplinare, impegnando   strutture territoriali e ospedaliere a seconda delle differenti fasi dell’evoluzione della malattia, con possibilità di attività diagnostiche adeguate al livello tecnologico e coerenti rispetto ai volumi e all’ impegno organizzativo richiesto.

Sul territorio andrà sviluppato il tema della Prevenzione primaria, secondaria e terziaria delle patologie oncologiche e non, attraverso programmi di informazione e di screening, dovrà essere potenziata la gestione delle malattie croniche non complicate e grande importanza dovrà essere riservata alla definizione del concetto di “Ospedale a domicilio” (da sviluppare in collaborazione con le strutture ospedaliere).

Fassid non ha alcun pregiudizio verso il servizio privato, tuttavia la concorrenza tra pubblico e privato deve essere leale e non condizionata da tagli gratuiti o deviazioni di risorse orientate esclusivamente a favorire le strutture private. Va infatti rammentato il rischio sempre immanente che il privato possa creare sacche di spreco per sovra-offerta che esporrebbe l’assistito a rischi inutili ed evitabili e, in ogni caso, smisurati rispetto al risultato di salute atteso”.

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