Un manifestante della protesta No Green Pass di sabato a Roma era lì in attesa di cure. Insieme ad amici e parenti hanno sfondato la porta d’ingresso del Ps, distrutto apparecchiature sanitarie e aggredito gli operatori. Ruggiero (Nessuno Tocchi Ippocrate): «Copione ormai noto, a Napoli c’è un’aggressione ogni tre giorni»
Non sono bastati i danni alla sede della Cgil, le aggressioni e gli scontri con la polizia in pieno centro. Dopo aver cercato di raggiungere la sede della Presidenza del Consiglio e creato subbuglio a Roma, un gruppo di partecipanti alla manifestazione No Green Pass ha assaltato il Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I.
Nella tarda serata di sabato, uno di loro è rimasto ferito negli scontri con le forze dell’ordine. In stato di fermo, è stato accompagnato in ambulanza al Pronto soccorso dell’ospedale romano per farsi curare. Peccato che già durante il triage abbia rifiutato di fornire le proprie generalità e di effettuare il tampone nasofaringeo, mentre insultava e aggrediva operatori sanitari e personale di vigilanza. «Non aveva il Green Pass, non voleva farsi fare il tampone. Si rifiutava di dare le sue generalità e di farsi curare – spiega Beatrice, infermiera, a Repubblica -. È stato accompagnato nella sala di isolamento da Covid e ha iniziato subito a inveire contro chiunque provasse ad avvicinarsi a lui. Filmava tutto con il cellulare, malediva la sanità».
Una cinquantina di persone, amici e parenti, hanno preso a calci la porta del triage, danneggiato apparecchiature sanitarie come reggi flebo e elettrocardiografi ed aggredito fisicamente Beatrice e altri suoi colleghi. «Mi ha versato il contenuto di una bottiglia d’acqua potenzialmente infetta sul viso e in testa. Sono sconvolta – aggiunge – stavo solo facendo il mio lavoro, spero lo condannino pesantemente, queste follie devono finire».
L’area rossa del Pronto Soccorso, quella dedicata ai pazienti gravi, è stata bloccata per ore. Se fosse arrivato un paziente in pericolo di vita non sarebbe stato possibile curarlo. La situazione è tornata alla normalità solo con l’intervento della polizia: ci sono feriti tra le forze dell’ordine e tra gli operatori sanitari.
«Hanno sfasciato un Pronto Soccorso, un luogo dove si salvano vite umane, rimasto inoperativo per ore e aggredito medici e sanitari» sostiene amareggiato Manuel Ruggiero, fondatore dall’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate al nostro giornale. «I sanitari avranno giorni di prognosi e si assenteranno, i macchinari dovranno essere riparati o sostituiti. Tutto questo danneggia i pazienti, è questa la cosa peggiore».
Ruggiero denuncia una forte intolleranza verso i professionisti sanitari, ritenuti responsabili di tutte le mancanze del sistema. «È un copione ormai noto, a Napoli c’è un’aggressione ogni tre giorni. Siamo diventati il male, il capro espiatorio di questa pandemia. Non siamo responsabili dei ritardi delle ambulanze, del Pronto Soccorso affollato e di tutto il resto».
La recente legge ha inasprito le pene per le aggressioni nei confronti dei medici. Tra gli altri provvedimenti, Ruggiero richiede a gran voce «di intensificare i controlli da parte della polizia nei Pronto Soccorso, videosorvegliare tutte le aree per identificare immediatamente gli aggressori e attribuire la qualifica di pubblico ufficiale ai professionisti sanitari in servizio sulle ambulanze e nei Ps. Questo permetterebbe di assicurare più velocemente possibile gli aggressori alla legge» conclude.
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