Dopo le varie proroghe concesse per mettersi in regola, il 31 dicembre 2022 la scadenza del triennio sembra essere definitiva. Dopo questa data, chi non avrà accumulato i 150 crediti ECM non potrà recuperarli. Non saranno previste ulteriori proroghe o dilazioni terminato questo anno. Gli ordini professionali competenti hanno già annunciato l’applicazione delle sanzioni che sono […]
Dopo le varie proroghe concesse per mettersi in regola, il 31 dicembre 2022 la scadenza del triennio sembra essere definitiva. Dopo questa data, chi non avrà accumulato i 150 crediti ECM non potrà recuperarli. Non saranno previste ulteriori proroghe o dilazioni terminato questo anno. Gli ordini professionali competenti hanno già annunciato l’applicazione delle sanzioni che sono previste al termine di questo ultimo anno di proroga.
Ecco una lista delle possibili conseguenze per il singolo professionista:
Chi lavora da dipendente o da titolare in ambito privato non può dimostrare di aver assolto l’obbligo annuale e di conseguenza può mettere a rischio la propria o altrui azienda.
Le istituzioni sanitarie private più qualificate sono in genere certificate per la Qualità da Istituti nazionali ad hoc. Tali istituti metteranno a verbale questa “non conformità” rimettendo in discussione il rinnovo annuale della Certificazione della Qualità.
In una causa di risarcimento per colpa il professionista finirebbe per soccombere in tribunale in quanto il collegio giudicante non può che dare torto a chi compie un illecito disciplinare nel corso dell’attività.
Le società Assicuratrici controlleranno la formazione ECM e saranno pronte al momento del rinnovo ad elevare i premi annuali a coloro che non dimostreranno di essere in regola con l’aggiornamento.
Le società Assicuratrici non copriranno il danno causato dal professionista evasore nell’esercizio professionale in quanto lo stesso non si troverebbe in regola con quanto prescritto dalla legge.
Nelle cause per risarcimento gli avvocati di parte avversa indagheranno e non perderanno occasione per mettere in discussione le capacità di quei professionisti che non sono correttamente aggiornati a norma di legge.
A prevedere sanzioni per chi non si aggiorna sono la legge Lorenzin 3/2017 e, prima ancora, il decreto legislativo 138 del 2011 che parla di “illecito disciplinare”.