Diego Foschi alle massime autorità: «Assumere personale e non dimenticare di rafforzare anche gli ospedali»
“Non si muore solo di Covid”. L’appello urgente fatto dal presidente del Collegio italiano dei chirurghi Diego Foschi in una lettera inviata al premier Mario Draghi e al Ministro della Salute Roberto Speranza a nome di 50 mila chirurghi afferenti al CiC, invita le massime autorità ad una riflessione in merito alla riorganizzazione del servizio sanitario nazionale e alla destinazione delle risorse previste nel Pnrr. «Un’attenzione alla cronicità deve essere prevista, ma non trascurando i problemi del malato acuto», rileva Foschi.
«Se il sistema ospedaliero è insufficiente, se in questo momento abbiamo una riduzione del numero degli addetti e un calo nel comparto infermieristico, è necessario fare qualcosa in tempi brevi, ma non solo sul territorio, anche negli ospedali – aggiunge Foschi ai nostri microfoni -. Nella fase acuta del Covid, infatti, si sono registrati più decessi anche per altre malattie, proprio perché c’è stata un’insufficiente risposta del sistema che ha avuto conseguenze in tutti gli ambiti. L’attenzione che oggi viene riservata ai cronici permetterà di ridurre gli acuti di domani, ma non basta, perché gli acuti di oggi rimangono senza risposta. La sanità quindi va tutta rinforzata, dalla medicina territoriale agli ospedali carenti dal punto di vista strutturale e nel numero degli addetti».
Per Foschi il problema, dunque, sta nelle risorse destinate alla sanità: troppo poche se l’Italia è solo al quindicesimo posto in Europa negli investimenti sanitari pur essendo l’ottava ricchezza al mondo. Un dato non trascurabile per Foschi che aggiunge: «Ci aspettiamo una maggiore attenzione alla sanità, agli ospedali e alle chirurgie. Evidentemente bisogna spostare dei capitoli di spesa» chiosa, non prima di chiedere aiuto anche ai cittadini affinché firmino la petizione lanciata su Change.org dal Collegio dei Chirurghi.
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