Scotti (FIMMG): «Finalmente un passo nella direzione giusta». Anelli (FNOMCeO): «È questa per noi la vera appropriatezza, che non può che tradursi in un beneficio anche in termini di sostenibilità del SSN»
I “nuovi anticoagulanti orali” per la fibrillazione atriale non valvolare potranno essere prescritti anche dal medico di medicina generale. È quanto previsto dalla nota 97 dell’Agenzia Italiana del Farmaco, pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale. All’atto della prescrizione, si legge nella determina, i medici di medicina generale e gli specialisti devono compilare la scheda di valutazione della prescrizione e del follow-up, con obbligo di conservarla, e devono consegnare una copia al paziente, in previsione del relativo aggiornamento nell’ambito di successive visite di controllo.
Viene così riconosciuta «la competenza professionale» dei MMG, commenta la Federazione Italiana di Medici di Medicina Generale (FIMMG) in una nota, «inserendo nel percorso decisionale gli aspetti di conoscenza diretta del paziente, per una accurata personalizzazione della terapia, garantendo al cittadino una maggiore tutela della salute ma anche facilitando l’accesso alle cure».
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«Oggi è una data importante – dice il segretario nazionale FIMMG Silvestro Scotti – anche perché presso il ministero della Salute, su indirizzo del ministro Roberto Speranza e in sua presenza, si è tenuto un incontro con il direttore dell’AIFA Magrini sulle strategie e possibili evoluzioni, proprio partendo da quest’azione sui NAO che segna la fine di un’anomalia anacronistica tutta italiana».
«Impedire che i medici di famiglia vengano privati non solo della possibilità di prescrivere i farmaci di nuova generazione ma anche di esserne informati, solo ai fini di controlli economici – prosegue Scotti -, impoverisce il sistema sanitario nazionale di efficacia e appropriatezza, costringendo in vortici burocratici i cittadini che necessitano di queste cure. È un primo passo, al quale ne devono seguire presto altri. Già nei prossimi mesi si metterà a punto la possibilità di estendere questa possibilità anche ai farmaci per il diabete e per la BPCO».
FIMMG ha chiesto per la medicina generale garanzie anche rispetto all’attivazione di procedure che portino finalmente la diagnostica nello studio del medico di famiglia. «Particolarmente utile in questo momento per la prescrizione dei NAO – sottolinea Scotti – sarebbe la possibilità di effettuazione di ECG e se necessario la possibilità di coordinarsi con gli specialisti nei casi dubbi. La Conferenza delle Regioni deve liberare il proprio parere sugli indirizzi proposti dal ministero della Salute sull’utilizzo degli ormai famosi “sulla carta”, 235 milioni di euro dell’ultima Legge di Bilancio. Con il ministro e con il direttore di AIFA si è condiviso che ci debba essere un forte investimento sulla formazione e informazione all’uso dei farmaci introdotti nella prescrivibilità del medico di famiglia, cercando di creare in accordo con AGENAS e come si era già trovato intesa con il dottor Mantoan, anche meccanismi di velocizzazione e premialità in punteggio ECM per i corsi connessi a queste tematiche prescrittive, così come fatto con i corsi per il Covid-19».
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«La determina dell’Aifa manifesta una volontà di coinvolgimento dei medici di medicina generale nella prescrizione e nel follow-up di questi nuovi farmaci, che si sono dimostrati rivoluzionari per efficacia, aderenza terapeutica da parte dei pazienti, e sicurezza – commenta il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Filippo Anelli -. Questo con il duplice vantaggio di una prossimità al paziente non solo nel momento della prescrizione della terapia ma in quelli successivi, di monitoraggio dell’aderenza, della tollerabilità e dei possibili effetti secondari. I medici di medicina generale costituiscono infatti il terminale del Servizio sanitario nazionale più vicino al paziente, non solo a un livello concreto e logistico ma soprattutto al livello di alleanza terapeutica, quella relazione intima e continuativa che la Scienza e la Legge riconoscono come il fondamento stesso della cura».
«È questa, per noi, la vera appropriatezza: poter sceglier il farmaco più adatto per quel paziente, in quel momento – conclude – e poter seguire in maniera proattiva gli effetti terapeutici e quelli indesiderati. Un’appropriatezza che, ne siamo certi, non può che tradursi in un beneficio anche in termini di sostenibilità del servizio Sanitario Nazionale. Per questo auspichiamo che la possibilità di prescrivere farmaci che sinora sono stati appannaggio, con l’attivazione del Piano terapeutico, solo degli specialisti, sia presto estesa anche ad altri farmaci che hanno dimostrato la loro efficacia e sicurezza, come i nuovi ipoglicemizzanti orali e le terapie per la broncopneumopatia cronica ostruttiva».
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