Il presidente della Commissione Albo Odontoiatri: «Si segua criterio di esposizione al rischio, non di inquadramento contrattuale». Sì ad arruolamento come vaccinatori “in strutture ad hoc”
Un coinvolgimento a pieno titolo, attivo e passivo, nella campagna vaccinale anti-Covid, sia come destinatari prioritari del vaccino in quanto operatori sanitari, sia come soggetti vaccinatori, in condizioni di sicurezza. Sono queste le istanze attuali degli odontoiatri italiani, portate avanti con forza dal presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo, intervistato sul tema ai nostri microfoni.
«A me sembra che la ratio che detta i tempi in cui debbano essere vaccinate le varie categorie sia chiara a tutti, meno che agli organi decisionali. Mi spiego: se la graduatoria va fatta, come è stato deciso, in base al livello di rischio di contagio patito, è evidente che noi dovremmo essere coinvolti in prima battuta, dal momento che lavoriamo a strettissimo contatto col paziente, con il nostro viso in prossimità della bocca di quest’ultimo. Ebbene, in molte regioni d’Italia i colleghi sono già stati chiamati a sottoporsi alla vaccinazione, in altre no. Mi piacerebbe che ci fosse uniformità in questo senso, una logica e una visione d’insieme. Ma sono certo che ci arriveremo».
«Credo che nella programmazione della campagna vaccinale si sia incappati in un equivoco di fondo e cioè l’aver ragionato in termini di equivalenza tra operatori sanitari e dipendenti del Ssn; i liberi professionisti, come noi, e i medici convenzionati, non sono stati automaticamente considerati. Ma è evidente che il criterio non debba essere quello contrattuale bensì, ripeto, quello di esposizione al rischio».
«Stiamo aspettando indicazioni in tal senso, ferma restando la nostra piena disponibilità su base volontaria. Ad oggi la somministrazione è appannaggio degli ospedali, ma quando la campagna andrà a regime ci sarà bisogno di tutte le forze in campo. Ad oggi, saremmo sicuramente in difficoltà ad organizzare le vaccinazioni presso i nostri studi, soprattutto per motivi logistici, ma potremmo ben prestare il nostro servizio in strutture pubbliche o convenzionate. Speriamo di ottenere presto anche questo risultato».
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