Lavoro e Professioni 8 Aprile 2021 10:03

OMCeO Napoli, è Bruno Zuccarelli il nuovo presidente

L’appello all’unità: «Lavoriamo in sinergia per battere un nemico comune, la pandemia». Scotti vicepresidente, Frojo all’Albo Odontoiatri

È Bruno Zuccarelli il nuovo presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, che torna dunque alla guida dell’ente dopo aver già ricoperto la carica dal 2012 al 2014, raccogliendo il testimone da Silvestro Scotti. Quest’ultimo resta parte integrante del Consiglio Direttivo, nel ruolo di vice presidente, e viene confermata Sandra Frojo alla guida dell’Albo Odontoiatri. Un mandato, quello del neopresidente Zuccarelli, che inizia all’insegna dell’unità e della coesione per il raggiungimento di obiettivi comuni. Uno fra tutti: vincere la battaglia contro il Covid-19.

«Viviamo un frangente complesso – afferma -. Oggi più che mai la categoria ha bisogno di restare unita e di avere comunità di intenti. Tra i nostri obiettivi, quello di preservare e difendere la dignità di tutta la categoria nella sua interezza. Mai come adesso è giusto ribadire che i medici non sono eroi, non aspirano ad esserlo, ma non accetteranno neanche di dover essere delle vittime o dei capri espiatori». Ecco cosa ha dichiarato alle nostre telecamere.

Presidente, quali saranno le principali priorità del suo mandato?

«La priorità principale sarà sicuramente affrontare l’emergenza Covid che ci sta già lacerando da un anno. Dobbiamo quindi proseguire il lavoro del presidente uscente Silvestro Scotti per favorire la sinergia della nostra categoria, in un momento epidemiologico estremamente delicato. Sarà fondamentale tutelare la dignità e il decoro della nostra professione: ci sono colleghi che negli ambulatori, negli ospedali, nelle università e nei propri studi non sempre vedono assicurati questi due aspetti nell’esercizio del loro lavoro. I colleghi del 118 vengono costantemente minacciati, aggrediti e picchiati. I pronto soccorso sono spesso messi a ferro e fuoco da cittadini che scaricano la loro rabbia contro cose e persone. Questo non è accettabile. Un’altra priorità consisterà nel recuperare l’attrattività del nostro sistema sanitario: molti operatori sanitari stanno letteralmente fuggendo perché impauriti o comunque non gratificati professionalmente. Il nostro obiettivo sarà non solo evitare che quest’emorragia continui, ma anche incentivare i colleghi già andati via a ritornare».

Cosa pensa dell’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari?

«Io avrei preferito che non ci fosse quest’obbligo. La nostra categoria andava vaccinata a prescindere. Sicuramente è un obbligo tutelare la propria salute e quella del paziente. Il nostro Ordine, ci tengo a ricordarlo, è stato il primo a far vaccinare i suoi iscritti ricevendo sin da subito adesione in massa. Credo quindi che nella stragrande maggioranza dei casi gli operatori sanitari abbiano dimostrato la volontà di vaccinarsi, e le percentuali osservate in Regione Campania sfiorano il 100%. Quei pochi colleghi che non ritengono di vaccinarsi credo sia opportuno vadano a ricoprire altri ruoli lontano dai pazienti».

E per quanto riguarda lo scudo penale?

«Purtroppo è necessario. Stiamo parlando di medici che, obbligati a vaccinare, nell’esercizio delle loro funzioni rischiano di ricevere un avviso di garanzia. Ragioniamo a ritroso: il medico sente incombere la minaccia del pubblico ministero, un medico impaurito non vaccina, i suoi pazienti non ricevono il vaccino, ci sarebbe poi da calcolare quanti nuovi casi (e morti) Covid sono imputabili a questo circolo vizioso. E questi morti peserebbero sulla coscienza del medico o del pubblico ministero? Al di là di queste riflessioni, lo scudo penale serve affinché il medico sia sereno e scevro da timori in un momento così delicato. Restano certamente esclusi i casi di dolo e colpa grave».

Quale lezione ci sta insegnando l’esperienza della pandemia?

«La pandemia ha messo in luce la presenza, nel nostro Paese, di 21 sistemi sanitari completamente disomogenei tra loro. Sarà necessario tornare non al centralismo, bensì ad una programmazione da parte dello Stato che garantisca davvero i Livelli Essenziali di Assistenza, altrimenti continueremo ad avere null’altro che “dislivelli evidenti di assistenza” tra una Regione e un’altra. Questa è una delle principali criticità da tenere a mente per il prossimo futuro».

 

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