«La nostra proposta sarà quella di costituire un gruppo con i referenti delle commissioni di terzo settore delle università lombarde che rappresentano a pieno titolo un’eccellenza sul piano nazionale – spiega Laura Parolin – per individuare le nuove linee di ricerca su cui fare investimenti»
Occupazione e nuove frontiere professionali: Laura Parolin, Presidente dell’ordine degli psicologi della Lombardia, in carica dallo scorso 9 gennaio 2020, ha le idee chiare sugli obiettivi da raggiungere, scegliendo un lavoro in continuità con la precedente consiliatura.
«Vorrei che questo ordine e questa consiliatura riuscissero ad offrire un servizio che non sia solo burocratico e normativo, – sottolinea a Sanità Informazione – ma un ordine che si prenda carico e sia una base sicura per tutti i nostri iscritti».
Un’attenzione verso i colleghi che la Parolin ribadisce, non a caso, da quella che è stata battezzata la casa della psicologia, che dal 2016 rappresenta un luogo di incontro, di confronto e un incubatore di idee per la professione.
«Partirei dal tema dell’occupabilità, che è sicuramente un tema di fragilità della nostra comunità – rimarca la Parolin – e quindi come istituzione abbiamo il dovere di supportare i colleghi in questa direzione. Per fare ciò, abbiamo immaginato di mettere al centro due tipi di progetti: il primo ha proprio a che fare con la possibilità di identificare anche in modo quantitativo ed empirico il vantaggio del nostro lavoro all’interno delle istituzioni, ovvero un progetto che vada ad individuare il beneficio economico di un intervento precoce della presa in carico dei pazienti in termini di risparmio per le istituzioni che fa lavorare gli psicologi. Un altro aspetto che favorisce l’occupabilità della professione riguarda nuovi ambiti professionali. Per fare questo, l’idea è quella di raccogliere delle indicazioni su quali sono questi ambiti, cercando una logica che permetta una partecipazione della definizione dei nuovi ambiti. L’obiettivo è quello di mettere una parte del bilancio in quota di compartecipazione della collettività che ci aiuti ad individuare gli ambiti della nuova professione su cui l’ordine potrà poi investire in gruppi di lavoro per investire e potenziare le nuove aree. Una riflessione che abbiamo fatto è che queste nuove aree tematiche su cui fare nuovi investimenti debba necessariamente avere un’interazione con chi individua le eccellenze come fonte primaria che provengono proprio dai dati di ricerca. In questa direzione – prosegue – la proposta sarà quella di costituire un gruppo con i referenti delle commissioni di terzo settore delle università lombarde che rappresentano a pieno titolo un’eccellenza sul piano nazionale, per individuare le nuove linee di ricerca, metterle a confronto con i desideri della comunità, individuando così i temi su cui fare nuovi investimenti» conclude.