Coppola (Anaao Giovani Campania): «Scontiamo atavici errori di programmazione. Il reclutamento in extremis? Si pesca nel vuoto»
L’emergenza Covid incalza, gli ospedali sono saturi e il personale sanitario è allo stremo. Una litanìa che da 9 mesi (salvo una breve parentesi estiva) fa da sfondo al susseguirsi incessante di bollettini e curve. Soprattutto in alcune Regioni, la discrasia in relazione ai posti di degenza e di terapia intensiva disponibili, tra cui quelli riconvertiti o riconvertibili all’assistenza Covid, è stata la cartina al tornasole di errori di programmazione e tagli grossolani che affondano le radici decenni orsono.
In Campania la partita, forse politica ancor prima che sanitaria, si sta giocando proprio sull’equivoco dei posti riconvertibili. Stando ai bollettini emessi quotidianamente dalla Regione, i posti letto sia in degenza che in intensiva non sembrerebbero scarseggiare, né prossimi alla saturazione. E allora, come si spiegano le file interminabili di ambulanze e automobili fuori ai Pronto Soccorso di Napoli, con le bombole d’ossigeno portate nelle auto ai pazienti in difficoltà respiratoria in attesa di un posto letto? Ormai, a più di due mesi dall’inizio della seconda ondata, ‘il re è nudo’: i posti letto, se scarseggiano, si possono (più o meno facilmente) allestire. Quello che manca davvero è il personale sanitario. E nessun numero di posti letto potrà mai essere sufficiente se mancano gli specialisti per assistere chi a quei posti letto verrà assegnato.
Una questione irrisolta che la Responsabile Anaao Giovani Campania, Maria Gabriella Coppola, ha illustrato ai nostri microfoni: «Soffriamo di una carenza cronica di medici specialisti – spiega – in particolar modo nell’area dell’emergenza urgenza, quindi Anestesia e Rianimazione, e Pronto Soccorso. Sono le specializzazioni che, dati alla mano, esercitano meno attrattiva ma di cui oggi, in piena pandemia, abbiamo un bisogno disperato. A questa scarsa attrattività si è aggiunto il fatto che, negli anni, sono state messe a bando poche borse di studio. Da qui la carenza drammatica di queste figure, che risentono di atavici errori di programmazione».
«Laddove c’è da tempo una difficoltà in queste aree di specialità a coprire i turni anche in situazioni ordinarie, nell’emergenza Covid questa criticità si ingigantisce. Soprattutto – aggiunge Coppola – perché non è solo la rete dell’emergenza urgenza a soffrire, ma anche specialità come Malattie Infettive o Pneumologia sono state negli anni fortemente ridimensionate. Se contiamo anche i pensionamenti, la carenza è ancora più lampante».
«Turni massacranti, scarsa possibilità di fruizione delle ferie e, alla lunga, scarsa soddisfazione personale dal momento che, a fronte di tutte queste criticità, la possibilità di fare carriera nell’area dell’emergenza urgenza non è elevata» osserva Coppola.
«Quando si fanno gli appelli per reclutare specialisti bisogna tenere conto del fatto che il più delle volte si cerca nel vuoto: gli specialisti non ci sono. È per questo che come Anaao – conclude la Responsabile Giovani Campania del sindacato – auspichiamo, per far fronte a questa fase particolarmente critica, l’inserimento degli specializzandi nelle aree più in sofferenza, con contratti a tempo indeterminato come previsto dalla recente normativa».
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