Il primo accordo di sinergia del mondo sanitario pubblico e privato in Italia, che porta ad una rappresentanza sindacale convergente di circa 17mila medici ospedalieri. Il segretario CIMOP De Rango: «L’unione rafforza rappresentanza e rappresentatività per i diritti di tutti i medici»
La Federazione CIMO-Fesmed pone le basi per continuare ad ampliarsi. La new entry è la CIMOP, la Confederazione Italiana dei Medici dell’Ospedalità Privata, che ha appena siglato un patto federativo con la Federazione. A firmarlo, il presidente CIMO-Fesmed Guido Quici ed il segretario nazionale CIMOP Carmela De Rango. Si tratta del primo accordo di sinergia tra sindacati del mondo sanitario pubblico e privato in Italia, che porta ad una rappresentanza convergente di un bacino complessivo stimabile in circa 17mila medici ospedalieri della sanità pubblica e privata.
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«Il patto federativo rappresenta un avvicinamento delle due parti, perché condividiamo la tutela del lavoro dei medici – spiega il presidente Quici ai nostri microfoni -. Che lavorino in una struttura pubblica o privata, i problemi dei camici bianchi sono comuni. Penso alla sicurezza delle cure e degli operatori sanitari, alla responsabilità professionale, alla formazione, alla carenza di medici, al regionalismo differenziato o al rapporto con le altre professioni. Riteniamo allora che mettere insieme le varie anime della professione per dare più forza alla nostra categoria sia fondamentale. L’obiettivo è avere una nuova governance in termini di rappresentanza e rappresentatività che ci consenta di essere presenti a tutti i tavoli istituzionali per difendere la nostra professione».
«Il patto federativo – aggiunge il segretario CIMOP De Rango – indica la condivisione della centralità del medico rispetto ai pazienti e al Servizio sanitario nazionale. Di fatto, noi medici della sanità privata svolgiamo le stesse attività dei colleghi della sanità pubblica e crediamo che l’unione faccia la forza. Condividiamo la posizione della Federazione CIMO-Fesmed su tutte le principali tematiche che riguardano la questione medica e riteniamo che le disgregazioni non portino da nessuna parte. Stiamo vivendo una nuova stagione del sindacalismo, e il nostro obiettivo è aggregarci per essere più forti nella difesa e la centralità della professione».
«L’augurio – conclude il Presidente Quici – è che anche altre organizzazioni sindacali dell’area medica decidano di avvicinarsi alla Federazione in modo da poter dare un input molto più decisivo alle scelte e tutelare quindi non tanto gli interessi dei medici in quanto professionisti, ma la sicurezza delle cure».
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