Ci sarà un incremento di 83 centesimi ogni cento euro per le pensioni lorde sino a € 2.198,82 mensili. Oltre questo limite, l’aumento sarà dello 0,55% (pari al 50% dell’indice), cioè 55 centesimi ogni 100 euro
Nuovi adeguamenti per le pensioni Enpam, che si livelleranno al costo della vita secondo i dati Istat. L’aumento, atteso per i primi di aprile, sarà pari all’1,1%.
«L’Enpam continua ad assegnare alle pensioni un indice ricavabile dal rilevamento del costo della vita nella misura pari al 75% fino ad una quota che è quattro volte la pensione minima dell’Inps e per la parte eccedente il 50%. – spiega Alberto Oliveti, presidente Enpam – Sono percentuali che possono apparire non particolarmente seducenti nei singoli assegni, però nella loro sostanza significano un’attenzione che l’Enpam dà ai meccanismi e alle esigenze di adeguare al costo progressivamente crescente della vita l’assegno pensionistico». Ci sarà quindi un incremento di 83 centesimi ogni cento euro per le pensioni lorde sino a € 2.198,82 mensili. Oltre questo limite, l’aumento sarà dello 0,55% (pari al 50% dell’indice), cioè 55 centesimi ogni 100 euro.
Riguardo al riscatto della laurea, la Fondazione Enpam permette di iscriversi in maniera volontaria già dal quinto anno del corso di laurea. «Più 4mila lo hanno fatto. – continua Oliveti – Questi colleghi pagando 9 euro al mese, quindi 113 euro l’anno di fatto si trovano riscattati di due anni a 113 euro l’anno l’uno. Se riguarda l’anzianità contributiva questo è il riscatto più conveniente che si possa fare: ovviamente non riguarderà la consistenza finanziaria della pensione perché si tratta di anni in cui il costo versato è esiguo e quindi non potrà dare proporzionalmente una quota di pensione corrispettiva particolarmente consistente».
Su Quota 100 e la possibile fuga di medici, il presidente Enpam rivela come la misura potrebbe non essere allettante per i dipendenti. «Implica l’impossibilità di cumulare sia i versamenti contributivi sia di aggiungere un reddito da lavoro di tipo autonomo, se non di tipo saltuario riferito a un tetto massimo di 5mila euro. Quindi Quota 100 per quello che riguarda il mondo della dipendenza credo che non sarà particolarmente gettonata se non da quei colleghi che alla fine di una carriera ritengono di essere abbastanza provati dall’esercizio professionale svolto. – Conclude Oliveti – Credo che invece i colleghi che a 62 siano ancora nel pieno del loro lavoro dipendente abbiano poca intenzione di aderire all’istituto perché questo gli implicherebbe l’impossibilità poi di fare la libera professione».