L’allarme del presidente Ordine TSRM PSTRP Napoli Avellino Benevento Caserta: «A rischio la validità della formazione nei tirocini professionalizzanti»
Sembra una falla abbastanza grossa nella formazione universitaria delle professioni sanitarie quella denunciata di recente da Franco Ascolese, presidente dell’Ordine TSRM PSTRP di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta. Una falla che consiste nella carenza di organico negli atenei Federico II di Napoli e Università della Campania “Vanvitelli” e relativa ai 19 profili afferenti alle professioni sanitarie, con inevitabili ripercussioni sulla formazione degli studenti di questi corsi di laurea soprattutto per quanto riguarda i tirocini. In sostanza, nei due atenei sopracitati, non ci sarebbe sufficiente personale a garantire che la formazione si svolga nella cornice normativa di riferimento che regola i medesimi percorsi universitari. È proprio Franco Ascolese a spiegare ai nostri microfoni la situazione.
«L’Ordine che presiedo rappresenta 19 profili di professioni sanitarie, 13 di questi rappresentati da altrettanti corsi di laurea negli atenei Federico II e Vanvitelli. Si tratta, come è noto, di lauree professionalizzanti in cui il tirocinio è parte integrante del percorso formativo costituendo la metà dello stesso. Tale tirocinio formativo, di 500 ore all’anno, deve essere svolto con personale appartenente allo stesso profilo del corso di laurea. Ci siamo però accorti – spiega Ascolese – che nei due atenei non sono stati riempiti quei vuoti di organico, causati dagli anni in piano di rientro in cui le assunzioni erano sospese, bandendo concorsi per le figure richieste. Alcuni esempi che rendono l’idea: il corso di laurea in Igiene Dentale ha come igienista dentale solo il direttore del corso di laurea (peraltro assunto a tempo determinato). La domanda è – chiede Ascolese – con quali figure professionali svolgono il tirocinio gli studenti? In questo caso lo svolgeranno con l’odontoiatra, o con l’infermiere, senza apprendere le specificità del profilo di riferimento. Altro esempio, gli audiometristi e gli audioprotesisti fanno il tirocinio con lo stesso referente, sebbene abbiano competenze professionali diverse. E neanche sono stati emessi bandi. Ancora, i 200 studenti di Fisioterapia possono contare su solo sette fisioterapisti con cui fare il tirocinio, e c’è un solo Tecnico della Prevenzione per le 500 ore di tirocinio di 20 studenti del corso di laurea».
«Abbiamo parlato con la presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II Maria Triassi – sottolinea Ascolese – che ha concordato con noi su questa problematica. Abbiamo scritto al dg dell’azienda ospedaliera Federico II ma non abbiamo avuto riscontro, abbiamo quindi come Ordine emesso una delibera in Consiglio direttivo in base alla quale non invieremo i nostri rappresentanti nelle Commissioni di laurea, in quanto non riteniamo che il tipo di formazione svolto rispetti i requisiti necessari, ed è solo ed esclusivamente per senso di responsabilità e per non penalizzare ingiustamente gli studenti che abbiamo deciso di revocare solo temporaneamente questa misura. Abbiamo portato anche all’attenzione della Federazione questa problematica, che a sua volta l’ha portata all’attenzione del Ministero. Tutte le strade, insomma, sono state percorse ma non abbiamo avuto riscontri. Ci auguriamo – conclude – di avere quanto prima risposte esaustive o quantomeno un segnale di interessamento alla questione da parte delle istituzioni preposte».
«C’è purtroppo questa grande carenza di tutori per laureandi dei corsi di laurea nelle Professioni Sanitarie, che abbiamo più volte portato all’attenzione della direzione generale – commenta la presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II, prof. Maria Triassi –. È una situazione che mette a rischio i suddetti corsi di laurea se non si provvederà con assunzioni adeguate. Le unità mancanti sono, solo per le professioni sanitarie, circa 350. È evidente – conclude – che si tratta di una problematica con carattere di urgenza cui gli organi competenti sono chiamati a porre rimedio».
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