Lavoro e Professioni 22 Giugno 2022 11:14

Pronta disponibilità, il limite delle 6 chiamate mensili viene sempre rispettato?

Intervista a Muzio Stornelli, dirigente infermieristico: «Problema antico ma con pandemia la situazione è peggiorata»

Secondo il contratto collettivo nazionale, gli operatori sanitari sono soggetti ad una pronta disponibilità che consiste, in sostanza, nel farsi trovare pronti a raggiungere il luogo di lavoro ed intervenire su richiesta dell’azienda di appartenenza, in caso di necessità. Il comma 11 del Dpr 270 pone però dei limiti al numero di disponibilità: non più di 6 al mese per ogni dipendente. Ma questo limite viene sempre rispettato? Se ne è discusso in un recente webinar organizzato da Consulcesi&Partners. Sanità Informazione ne ha parlato con Muzio Stornelli, dirigente infermieristico.

Dottor Stornelli, è possibile che si verifichino degli abusi, da parte delle strutture sanitarie, rispetto alla pronta disponibilità del personale sanitario? Cosa si può fare, in questo caso, per tutelarsi?

«Sì, effettivamente gli abusi della pronta disponibilità esistono, considerato il fatto che a livello contrattuale, almeno fino ad oggi, sono previste 6 reperibilità nell’arco di un mese. Consideriamo che esistono situazioni in cui sono state superate anche le 10 o 11 reperibilità in un mese. Si può dunque parlare di abusi. Tuttavia, alcune sentenze hanno però dato ragione alle strutture sanitarie proprio perché non vi è un limite invalicabile alle sei disponibilità, considerato il fatto che in ballo c’è la salute degli utenti e dunque può capitare un qualche tipo di abuso. E dunque, cosa si può fare? Sicuramente, una buona idea potrebbe essere quella di creare uno strumento grazie al quale andare a misurare la complessità assistenziale, e quindi l’intensità di cura dei propri utenti. Strumento che può servire al coordinatore infermieristico o al dirigente delle professioni sanitarie per dimostrare che in quel determinato contesto lavorativo è necessario assumere del personale. Anche a tempo».

 

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Da quanto tempo esiste il problema? Con la pandemia si è acuito?

«Sicuramente è aumentato. Nonostante questo, le sentenze che abbiamo avuto modo di affrontare e delle quali abbiamo parlato durante il webinar, ci parlano di testimonianze che risalgono al 2000 e che sono arrivate addirittura tra il 2002 al 2010. È evidente che si tratta di un abuso iniziato prima della pandemia. Rispetto a quest’ultima, nelle prime fasi è stato necessario ricorrere alla pronta disponibilità e, addirittura, al lavoro straordinario, perché a volte la pronta disponibilità non era sufficiente ma era necessario presidiare le unità operative e stare sul posto. Nonostante questo, però, grazie alle assunzioni che sono state fatte durante la fase pandemica, in alcuni contesti la situazione è andata via via migliorando. Potrebbe dunque essere una buona idea mantenere l’organico attualmente presente anche dopo aver completamente superato la fase pandemica».

 

 

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