Lavoro e Professioni 5 Agosto 2021 17:15

Psicologo scolastico, CNOP chiede il rinnovo del protocollo con il Ministero dell’Istruzione. E alla Camera arriva un nuovo ddl

Nel primo anno, coperte dall’assistenza psicologica il 70% delle scuole: il 50% delle attività dedicata ai docenti. Ora alla Camera un nuovo ddl del deputato Emilio Carelli. Lazzari (CNOP): «Servono interventi tempestivi. Mettere questa figura a sistema sarebbe importante. I ragazzi hanno risentito della psicopandemia»

Mai come in questo periodo storico in tanti sentono il bisogno di un supporto psicologico. In primis i nostri ragazzi, costretti dalla pandemia da Covid-19 alla DAD e a rinunciare a quell’essenziale elemento di socialità e crescita che è la scuola in presenza.

«I ragazzi hanno risentito di quello che è stato il discorso della psicopandemia – spiega David Lazzari, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi -. In più gli è mancato il clima relazionale della scuola. Abbiamo tutti compreso l’importanza della scuola come spazio di crescita psicologica. Se fosse solo una trasmissione di contenuti, internet sarebbe molto più efficiente da questo punto di vista. La scuola dà la possibilità di fare una serie di esperienze relazionali fondamentali per la crescita psicologica. Ciò ha provocato conseguenze sugli apprendimenti che non sono stati solo inferiori, ma anche molto superficiali».

«La scuola – continua Lazzari – non è solo luogo di trasmissione dei contenuti ma è in realtà molto di più, uno spazio di crescita psicologica. La scuola è la principale agenzia che la società possiede per sostenere e promuovere la crescita umana e psicologica dei ragazzi ed è evidente che per raggiungere questo obiettivo la scuola deve avere strumenti adeguati».

L’ultima proposta in Parlamento

In Parlamento fioccano le proposte di legge volte ad istituire la figura dello psicologo scolastico, sul modello di altri paesi europei: ultima in ordine di tempo quella del deputato di Coraggio Italia Emilio Carelli. La figura dello psicologo scolastico – secondo il ddl – potrà ricoprire anche un ruolo di “ponte” tra il mondo della scuola e le famiglie degli alunni e degli studenti e fungere da “campanello di allarme” del disagio o di potenziali patologie e la sua attività di analisi e di controllo si rivelerà fondamentale anche nell’individuazione di situazioni di malessere all’interno delle classi scolastiche.

Il protocollo CNOP – Ministero Istruzione al palo

Per supplire alla mancanza di questa figura, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi aveva siglato lo scorso ottobre con l’allora ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina un protocollo d’intesa per l’assistenza psicologica nelle scuole con uno stanziamento di 40 milioni di euro. Tuttavia, limitato era il numero di ore, 180, e il servizio ha raggiunto circa il 70% delle scuole.

«Adesso è intenzione del ministro Bianchi rinnovare il protocollo – spiega Lazzari -. Eventi come la pandemia possono avere ricadute psicologiche sui minori anche a distanza di anni. Abbiamo chiesto alla politica di compiere interventi tempestivi. Certo, mettere questa figura a sistema sarebbe importante. Ma intanto è fondamentale rinnovare il protocollo».

Gli psicologi arruolati lo scorso anno, in base alle linee guida stabilite, avevano il compito di svolgere attività di supporto, oltre che agli studenti e alle famiglie, anche ai docenti che hanno dovuto affrontare senza alcuna preparazione specifica non solo le problematiche della pandemia ma anche la gestione della didattica a distanza.

«Gli psicologi – continua Lazzari – si sono messi a disposizione del sistema scuola per dare una consulenza a tutta l’organizzazione. La psicologia non è solo terapia, ma è anche psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Psicologia non significa solo interventi individuali, ma anche di gruppo, sulle comunità, senza dimenticare le strategie di promozione delle risorse.

Recentemente il CNOP ha svolto un monitoraggio sull’attività svolta dagli psicologi in questo anno scolastico. È emerso un dato interessante: circa il 50% delle attività è stato assorbito dall’ascolto e dal sostegno degli studenti e dalle famiglie. L’altra metà del tempo è stata dedicata ai docenti e all’organizzazione scolastica: «Quindi – conclude Lazzari – abbiamo effettivamente avuto un sostanziale superamento delle attività di sportello sul disagio per andare verso un discorso di consulenza a tutto il sistema scuola».

 

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