Dal Forum Risk Management in sanità arriva la richiesta di adattare la legge Gelli al contesto straordinario dettato dalla pandemia. L’avvocato Hazan: «In questi giorni passi avanti sui decreti attuativi»
La responsabilità delle aziende e delle professioni sanitarie durante e dopo il Covid-19 è un tema che coinvolge gli esercenti delle componenti pubbliche e private del SSN e le strutture stesse. L’attuale situazione di emergenza sta mettendo a dura prova gli operatori sanitari chiamati a lavorare in contesti difficili, con carenze strutturali e la parziale presenza di protocolli e parametri da seguire con certezza. Uno scenario che può avere ripercussioni sul tema della responsabilità professionale con richieste risarcitorie ai danni di strutture e sanitari.
Tener conto della fase emergenziale e limitare la responsabilità degli operatori sanitari alla colpa grave (quando la condotta espressa dalle linee guida non viene eseguita o correttamente realizzata) sono solo alcuni degli spunti di riflessione emersi dal webinar “La responsabilità delle aziende e delle professioni sanitarie durante e dopo il Covid-19” nato in collaborazione con la Confederazione delle Federsanità ANCI Regionali che si è svolto oggi al Forum Risk Management in sanità.
«Le strutture sanitarie sono al centro della responsabilità diretta e indiretta degli esercenti le professioni sanitarie – ha dichiarato il Presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, Francesco Ripa di Meana -. La FIASO in questi mesi si è distinta per non aver richiesto lo “scudo legale” per gli operatori ma il riconoscimento dello stato d’emergenza». Poi, in merito a questo, ha aggiunto: «Dobbiamo lavorare per esprimere una posizione forte e unitaria tra aziende e professionisti e sgomberare il campo dal dolo, non perché si voglia fuggire dalle responsabilità ma per sottolineare che esercitare la sanità è di per sé un rischio».
La posizione di Aiop e Aris è pressoché la stessa: «La componente del diritto privato del SSN ha operato in sinergia piena e totale con la competente del diritto pubblico durante l’emergenza – ha spiegato la presidente Aiop Barbara Cittadini -. La Legge Gelli ha fatto ordine e contiene dei presupposti fondamentali ma un tavolo di confronto è improcrastinabile perché la fase post pandemia sarà molto complicata. Stanno venendo fuori sentenze che ci preoccupano: è indispensabile tutelare i pazienti ma anche i professionisti sanitari» ha specificato la Cittadini. E Nevio Boscariol (Responsabile Economico Servizi e Gestionale Aris) ha aggiunto: «L’approccio unitario è fondamentale. C’è carenza di infermieri, mancano gli specialisti e le RSA faticano a trovare una copertura assicurativa» ha sottolineato.
Qual è la posizione degli infermieri? Il rappresentante delle professioni infermieristiche Franco Vallicella del Comitato Centrale FNOPI ha spiegato: «Gli infermieri si sono buttati a capofitto in una situazione critica saltando paletti sia a livello professionale che a livello organizzativo e gestionale. C’è stata la massima disponibilità a lavorare nelle terapie intensive senza un’esperienza professionale specifica e questo ha garantito la continuità assistenziale. Per i medici e infermieri che hanno combattuto in prima linea il coronavirus, tanti si sono contagiati e, purtroppo, sono anche morti, doversi anche difendere da contenziosi legali rappresenterebbe oltre che il danno anche la beffa» ha sottolineato.
L’invito al confronto tra i vari stakeholder interessati viene accolto con convinzione da Tiziana Frittelli, Presidente Federsanità: «Il tavolo tecnico è già stato costituito, stiamo lavorando con gli esperti a una proposta nuova e condivisa da sottoporre al Parlamento che arriverà a breve e terrà conto di tutte le necessità in fase pandemica – ha specificato -. Il mondo sanitario ha affrontato a mani nude la pandemia, ma tra le fasi critiche dell’emergenza rimangono numerose criticità: dalla difficoltà a reperire specialisti passando per la separazione dei percorsi, per arrivare alla carenza di posti letto nelle terapie intensive. Tutti fattori che possono provocare problemi di responsabilità professionale e contenziosi sanitari – ha precisato -. Tra le nostre richieste, c’è la rivisitazione del concetto di colpa previsto dall’articolo 7 e di quello di rivalsa stabilito dall’articolo 9 della Legge Gelli. Vista la straordinarietà della situazione in cui hanno operato medici e infermieri, la colpa grave va limitata a errori macroscopici derivati dal mancato rispetto delle procedure» ha concluso.
L’Avvocato Maurizio Hazan ha assicurato che ci sono stati passi avanti sui decreti attuativi: «Il ministero della Salute ha dato il via libera senza troppe modifiche proprio in questi giorni – ha puntualizzato –. L’aspettativa per l’attuazione è ora legittima».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato