Alla Camera il primo via libera in commissione Affari sociali, ora la legge delega è attesa in Aula. Per il riconoscimento degli IRCCS sarà data priorità al criterio di localizzazione territoriale. Sarà garantita la comprovata competenza e professionalità anche manageriale dei componenti degli organismi governo degli IRCCS pubblici e degli organi scientifici degli IRCCS privati
Via libera dalla Commissione Affari sociali della Camera alla legge delega per il riordino della rete degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere scientifico – IRCCS (relatrice la leghista Rossana Boldi) al fine di rafforzare e migliorare il rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie.
Si tratta di una delega importante e la discussione in commissione è stata anche più accesa del previsto, soprattutto sul tema della mobilità sanitaria e delle risorse delle regioni. La delega era una delle azioni individuate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per migliorare la situazione strutturale del Paese e in tal senso costituisce parte integrante della ripresa che si intende attivare anche grazie alle risorse europee.
Il Governo ha ora sei mesi per emanare uno o più decreti legislativi per rafforzare la qualità della ricerca sanitaria del Servizio sanitario nazionale. Purtroppo, non ci sono ancora buone notizie per i ricercatori precari della sanità: essendo la riforma ad invarianza finanziaria, non sono stati accolti gli emendamenti per la loro stabilizzazione anche se tutti i gruppi si sono impegnati ad inserire risorse nella prossima legge di Bilancio.
Gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico hanno natura giuridica diversa, pubblica o privata. Gli IRCCS pubblici sono enti pubblici a rilevanza nazionale sottoposti al controllo regionale e alla vigilanza del Ministero della salute. Al Ministro spetta la nomina del direttore scientifico degli IRCCS pubblici nell’ambito di una terna di candidati selezionata da una apposita commissione. Gli IRCCS privati invece hanno una maggiore libertà di azione ed il controllo su di essi viene effettuato soltanto sulla valenza delle ricerche effettuate.
In tutto sono 51 gli IRCCS presenti sul territorio nazionale, di cui 21 pubblici e 30 privati, afferiscono alle aree di expertise: Cardiologia, Dermatologia, Diagnostica Immagini, Farmacologia, Gastroenterologia, Genetica, Geriatria, Malattie Infettive, Medicina della complessità, Neurologia, Neuroriabilitazione, Oculistica, Oncologia, Ortopedia, Pediatria, Psichiatria, Riabilitazione.
In tutto sono quindici i criteri inseriti nella legge. Si punta in primis al rafforzamento del ruolo degli IRCCS quali “Istituti di ricerca e cura” di rilevanza nazionale in cui si coniuga la finalità principale dell’eccellenza della ricerca clinica e del trasferimento tecnologico con la correlata finalità di cura e assistenza svolti.
Con la delega si procederà a una revisione sia della procedura di riconoscimento del carattere scientifico che di revoca e conferma. Per quest’ultima si ritiene necessario prolungare a quattro anni (oggi sono due) il termine entro il quale gli IRCCS devono inviare al Ministero i dati aggiornati per la conferma del riconoscimento. Durante l’esame in sede referente si è allineata su base quadriennale anche la relativa programmazione della ricerca corrente.
Viene anche stabilita la necessità di considerare ai fini del riconoscimento, in via prioritaria, il criterio di localizzazione territoriale dell’Istituto e quello del bacino minimo di riferimento per ciascuna area tematica, ciò al fine di rendere la valutazione per l’attribuzione della qualifica IRCCS maggiormente oggettiva e più coerente con le necessità dei diversi territori.
Viene disciplinato il principio per cui occorre regolare le modalità di accesso alle prestazioni di alta specialità erogate dagli IRCCS da parte dei pazienti extraregionali, secondo princìpi di appropriatezza e di ottimizzazione dell’offerta assistenziale del Servizio sanitario nazionale.
Viene poi previsto un ruolo più incisivo del direttore scientifico con un maggiore coordinamento tra la direzione generale e la direzione scientifica degli IRCSS, anche attraverso il coinvolgimento concreto del direttore scientifico nella direzione strategica e l’assegnazione di obiettivi condivisi: l’obiettivo è assicurare il raccordo tra l’attività di ricerca e quella di assistenza, in coerenza con gli indirizzi di politica sanitaria regionale e nazionale, per assicurare un’azione più efficace nelle aree tematiche oggetto di riconoscimento.
Questa norma è dovuta alla frequente divergenza tra gli obiettivi della direzione generale, più orientata agli aspetti assistenziali, e quelli della direzione scientifica, indirizzata alla ricerca.
Con la delega saranno adeguati gli strumenti di vigilanza tanto sugli IRCCS di diritto pubblico che privato per chiarire e definire meglio gli ambiti di vigilanza del ministero della Salute necessaria per assicurare il compiuto svolgimento dei compiti istituzionali e salvaguardare non solo il corretto utilizzo delle risorse erogate ma anche l’esigenza di trasparenza nella gestione dei fondi pubblici.
Sarà garantita la comprovata competenza e professionalità anche manageriale dei componenti degli organismi di governo degli IRCCS pubblici e degli organi scientifici degli IRCCS privati, tenendo conto della peculiarità degli istituti e anche dell’assenza di conflitto di interesse. Gli organi degli IRCCS sono strumenti fondamentali per il sostegno e lo sviluppo armonioso e competitivo del sistema in ambito nazionale e internazionale e, pertanto, è necessario che la scelta dei componenti sia supportata da criteri oggettivi di professionalità e di competenza in relazione alle specificità di ciascun Istituto.
La delega prevede una revisione della disciplina del personale della ricerca sanitaria prevista dalla legge di bilancio 2018, al fine della valorizzazione delle competenze e dei titoli acquisiti, con l’obiettivo dell’inquadramento a tempo indeterminato nei ruoli del Servizio sanitario nazionale. Si chiede inoltre di promuovere la mobilità del personale della ricerca sanitaria tra gli IRCCS pubblici, gli enti pubblici di ricerca e le Università e di riconoscere le figure professionali rese necessarie dal progresso tecnologico in relazione allo sviluppo della ricerca biomedica di qualità.
Su questo principio di delega si è molto dibattuto durante l’esame in sede referente in quanto tutti i gruppi hanno depositato emendamenti finalizzati a meglio tutelare il personale della ricerca. Su richiesta del Governo gran parte delle proposte emendative che affrontavano il tema della stabilizzazione dei ricercatori sono state ritirate, in attesa di un impegno comune in sede di esame del disegno di legge di bilancio per individuare le risorse necessarie a conseguire tale obiettivo.
L’attività di ricerca degli Istituti deve essere svolta nel rispetto dei criteri di trasparenza, di “research integrity” ossia nel rispetto dei valori etici e dei doveri deontologici propri di coloro che effettuano ricerca e di “Open Science” ossia dei principi riproducibilità, collaborazione, accessibilità, rigore riconosciuti a livello internazionale, la previsione di regole comportamentali e l’adesione a un codice di condotta che garantiscano la leale concorrenza e il corretto utilizzo delle risorse nonché utilizzando sistemi di valutazione dell’attività scientifica degli IRCCS secondo standard internazionali e nel rispetto dei principi di sicurezza dei percorsi sperimentali, stabiliti dalle raccomandazioni ministeriali, con una integrazione sempre maggiore con i comitati etici unici regionali.
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