Tavolo tecnico convocato per il 21 settembre 2021. Dopo due incontri estivi si entra nel vivo della trattativa con le controproposte dei sindacati
Fiato sospeso per oltre 620 mila dipendenti della sanità pubblica che attendono il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL). Dopo due incontri in piena estate, il prossimo è fissato per martedì 21 settembre 2021, giorno in cui l’Aran incontrerà i principali sindacati rappresentanti della categoria.
«Il tavolo ufficiale per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro di tutto il personale sanitario, tecnico e amministrativo, che opera in aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale, è stato inaugurato ufficialmente il 5 agosto di quest’anno – racconta Marianna Ferruzzi, segretario nazionale Cisl Fp con delega sanità pubblica -. Il primo incontro è stato di apertura del tavolo, durante il secondo la controparte, l’Aran, ha consegnato una bozza degli articoli del contratto». Ed è partendo da questi che, ora, si entrerà nel vivo della trattativa. «Il 21 settembre presenteremo le nostre proposte di modifiche e concorderemo il calendario dei successivi incontri», aggiunge Ferruzzi.
Due i principali nodi da sciogliere: l’adeguamento del valore economico contrattuale e la revisione della classificazione del personale. «Tre anni fa – dice Ferruzzi – dopo nove lunghi anni di attesa, è stato riconosciuto un aumento di 85 euro in busta paga. Una cifra inadeguata che dovrà essere necessariamente aumentata. L’ultima revisione della classificazione del personale, invece, è ancora più datata, risale al 1999. Inoltre, con la revisione complessiva del nuovo ordinamento professionale sarà necessario rivedere anche il sistema delle indennità».
Risultati importanti che, per essere ottenuti, necessitano del supporto della nuova legge di Bilancio. «La cifra necessaria, considerando tutti i lavoratori del pubblico impiego (e non solo quelli della sanità) è di circa un miliardo e mezzo di euro», sottolinea Ferruzzi.
Sui tempi della trattativa non ci sono previsioni. I sindacati sono pronti al pugno di ferro. «Non siamo assolutamente intenzionati a firmare un rinnovo del contratto che non risponda alle nostre richieste – assicura il segretario nazionale Cisl Fp -. I dipendenti della sanità pubblica hanno un ruolo cruciale nel garantire l’efficienza del SSN. Un’importanza che questi due anni di pandemia hanno ulteriormente evidenziato. Per questo non siamo disposti, nella maniera più assoluta, a strozzare la discussione in ragione del tempo. Siamo pronti ad affrontare intere giornate di trattativa e, se necessario – conclude – anche lunghe nottate».
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