Il ministro Grillo: «Contratto stipulato da precedente Governo che non ha previsto le dovute coperture». La reazione di Fp Cgil: «Inaccettabile che il Ministro non sappia che il contratto della dirigenza medica non sia stato rinnovato col passato Governo». Prima dello sciopero del 9 novembre, nuova audizione dei sindacati alla Camera
All’urlo di “contratto subito” e “sanità pubblica” e sotto le bandiere dei sindacati che la rappresenta, la dirigenza medica e sanitaria si è oggi riunita sotto l’obelisco di piazza Monte Citorio. Difficile sintetizzare le ragioni della protesta, che si articolano intorno a due punti principali: il mancato rinnovo del contratto dopo 10 anni di attesa e di trattative e il definanziamento del Fondo sanitario nazionale, che rischia di far implodere la sanità pubblica.
I 284 milioni stanziati per i rinnovi dei contratti del personale sanitario e medico nella manovra non sono quindi bastati a placare gli animi: «Equivale ad un aumento di 33 euro al mese, un caffè al giorno. L’elemosina non la accettiamo» commenta Guido Quici, presidente di Cimo.
«Cerchiamo di capire a cosa servono, questi soldi – aggiunge il segretario nazionale della Fp Cgil Medici Andrea Filippi a Sanità Informazione -. Probabilmente saranno utilizzati per finanziare l’aumento del 3,48% da gennaio 2018 e per la perequazione degli 80 euro degli infermieri. Ma non è mica tanto chiaro ancora».
Prima dell’incontro con le Regioni del pomeriggio, a fine mattinata la presidente della Commissione Affari Sociali Marialucia Lorefice ha incontrato una delegazione in rappresentanza dei manifestanti: «Le questioni espresse ci stanno molto a cuore – ha commentato alla fine dell’incontro – e, come più volte sottolineato dal ministro Grillo, stiamo cercando di individuare risorse aggiuntive rispetto a quelle previste dai passati governi per il Sistema Sanitario Nazionale. Temi come l’aumento delle borse di studio di specializzazione, il superamento del blocco delle assunzioni, i provvedimenti volti a garantire il giusto riconoscimento economico ai medici ospedalieri che, nonostante le difficoltà in cui operano, fanno del nostro sistema sanitario un’eccellenza al servizio dei cittadini, sono obiettivi al centro del nostro impegno politico».
«Siamo stati ascoltati con attenzione – ha raccontato Alessandra Di Tullio, coordinatrice di Fassid, dopo l’incontro alla Camera – e ci è stato detto che le istanze dei sindacati medici e dirigenti sanitari sono in linea con il programma di Governo. L’accordo stabilito è di una nuova audizione dei sindacati prima della prima giornata di sciopero programmata il 9 novembre prossimo. In particolare – ha aggiunto – la Commissione rimane in attesa delle nostre proposte specifiche di abrogazione dell’articolo 23 comma 2 della Legge Madia e di introdurre nell’accordo per il rinnovo del contratto l’indennità di massa salariale, tramite correttivi alla Legge di bilancio, ma non ci aspettiamo molto».
Da evidenziare inoltre il messaggio che, a manifestazione ancora in corso, il ministro della Salute Giulia Grillo ha lanciato ai medici scesi in piazza: «Il contratto, è un testo stipulato sotto un precedente Governo che non ha previsto le dovute coperture. Vedremo cosa possiamo fare e troveremo soluzioni nei limiti delle risorse disponibili, ma è un problema che è stato creato da nostri predecessori».
Immediata la risposta di Fp Cgil a queste dichiarazioni, che chiede al Ministro «quale contratto dei medici sarebbe stato firmato e soprattutto da chi e, nel caso, di mostrarcene una copia. Lo diciamo con il rispetto istituzionale che si deve – proseguono la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino ed Andrea Filippi – ma è francamente inaccettabile e vergognoso che il ministro della Salute Grillo non sappia che il contratto nazionale della dirigenza medica e sanitaria non sia stato rinnovato col passato Governo».
«Non possiamo più tollerare questo scaricabarile nel quale si accusano sempre i predecessori – aggiungono il segretario generale della Uil Fpl Michelangelo Librandi ed il coordinatore nazionale Uil Fpl Medici Roberto Bonfili -. Chi oggi è al Governo deve intervenire, i medici e i veterinari hanno subito nel corso di questi ultimi anni una importante perdita del potere di acquisto, parliamo di circa 40.000 euro. Oltre all’erogazione degli stessi aumenti contrattuali previsti per il restante pubblico impiego e alla necessità di risolvere definitivamente l’annosa questione del riconoscimento dell’indennità di esclusività di rapporto nella loro massa salariale, si deve porre fine al blocco del turnover ricordando che mancano circa 20.000 medici, per non parlare della necessità di attivare le borse di studio di specializzazione».
«Siamo qui per difendere il Servizio Sanitario Nazionale – conclude dalla piazza Carlo Palermo, segretario di Anaao Assomed – il cui finanziamento è ampiamente al di sotto delle necessità. E così viene messo in discussione il diritto alle cure dei pazienti. Mancano i soldi? Tassiamo il gioco e le sigarette, e utilizziamo quelle entrate per aumentare il numero delle borse delle scuole di specializzazione».
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