Al tavolo di confronto con il ministro della Salute Roberto Speranza, registrati l’impegno concreto assunto dalle Regioni e la presa di responsabilità da parte delle controparti. Cittadini (Aiop): «Totale disponibilità a condividere con responsabilità un percorso che ci vedrà fare la nostra parte in termini di impegno e sacrificio. Cercheremo di trovare insieme le risposte più adatte»
Erano plasticamente distanti, questa mattina davanti al ministero della Salute, le delegazioni invitate dal ministro Roberto Speranza al tavolo di confronto sul rinnovo del contratto della sanità privata. Da una parte, i datori di lavoro Aris e Aiop. Dall’altra, le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Ugl Sanità che rappresentano circa 300mila professionisti e operatori sanitari. Presente al tavolo, anche la Conferenza delle Regioni, soggetto fondamentale per lo stanziamento delle risorse da destinare al contratto. Quando escono, dopo quasi quattro ore di confronto a tratti particolarmente acceso, i volti sono un po’ più distesi.
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«Per la prima volta in 13 anni, abbiamo registrato un impegno concreto delle Regioni, un’affermazione di responsabilità da parte delle controparti e la volontà del Ministero di vigilare su questa importante trattativa, che quindi si riapre – annuncia la segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino -: il 19 settembre è previsto un incontro con le controparti e il 25 ritorneremo al Ministero. Confermiamo quindi lo stato di agitazione ma sospendiamo lo sciopero del prossimo 20 settembre. I lavoratori non possono più aspettare. Siamo stanchi di promesse, vogliamo concretezza. Passo dopo passo verificheremo quindi la coerenza tra gli impegni assunti a questo tavolo e l’avanzamento del rinnovo del contratto».
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«Il rinnovo di questo contratto è un problema che sentiamo vivo, perché le risorse umane sono il patrimonio più prezioso delle nostre aziende – aggiunge la presidente di Aiop Barbara Cittadini -. Tuttavia, essendo i tetti di spesa e le tariffe (che non fissiamo noi) fermi da tanti anni, non siamo nelle condizioni di poter adeguare quella voce che è una componente essenziale della tariffa. Come sempre, abbiamo dato totale disponibilità alla parte sindacale a condividere con responsabilità un percorso che ci vedrà fare la nostra parte in termini di impegno e sacrificio. Cercheremo di trovare insieme le risposte più adatte per i lavoratori, i malati che si rivolgono alle aziende di diritto privato del Sistema Sanitario Nazionale, al Governo e agli imprenditori».
«Non sarà un percorso semplice e ne siamo consapevoli – dichiara Marianna Ferruzzi, segretaria nazionale Cisl Fp -, ma ci impegniamo a chiudere il contratto nel minor tempo possibile. Sono già 13 anni che i lavoratori aspettano, perdendo tantissimo. Perché stare 13 anni senza contratto significa essere considerati lavoratori di serie B rispetto ai colleghi del pubblico che fanno il nostro stesso lavoro ma che a fine mese portano a casa uno stipendio più alto. È una pesante mortificazione che i professionisti della sanità privata non hanno più intenzione di tollerare. Ecco perché oggi era importante sbloccare la situazione».
«Con fatica credo che anche le controparti abbiano capito che devono fare uno sforzo per rinnovare questo contratto, fidandosi un po’ di più delle Regioni, che hanno dimostrato ampia sensibilità per arrivare ad una soluzione – aggiunge Michelangelo Librandi, segretario generale Uil Fpl -. Per noi è inderogabile arrivare ad un contratto unico di Aris e Aiop che sia esigibile in tutta Italia e non applicato solo in alcune Regioni. E poi cercheremo di avvicinare il più possibile l’aumento contrattuale a quello della sanità pubblica».
«Abbiamo apprezzato l’apertura da parte del Ministro – sottolinea Gianluca Giuliano, segretario nazionale Ugl Sanità -. Un piccolo passo in avanti è stato fatto. Si è analizzata la possibilità di una revisione di alcuni vincoli normativi sui tetti di spesa della sanità privata, ma siamo ancora lontani dal giungere ad una conclusione. Di fatto, tutte le parti in causa hanno dimostrato disponibilità, per cui speriamo di poter giungere a questo sospirato rinnovo».
«Vorrei sottolineare tre elementi positivi – conclude il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini in una nota -. Prima di tutto l’attenzione prestata dal neo ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha voluto introdurre ed aprire il confronto su questo tema. Poi la disponibilità da parte delle organizzazioni datoriali a riprendere le trattative. Infine, fermo restando lo stato di agitazione, le organizzazioni sindacali hanno deciso di sospendere lo sciopero previsto per il prossimo 20 settembre. Da parte nostra c’è grande attenzione e sensibilità su questo tema, ma occorre grande senso di responsabilità da parte di tutti per arrivare in tempi celeri alla firma del contratto».