Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Bolzano: «Il problema non è la sanzione ma l’educazione sanitaria. Qui è molto diffusa anche la medicina alternativa»
Sono oltre tremila i sanitari che non si sono vaccinati contro il Covid-19 in Alto Adige: circa mille appartengono all’Azienda sanitaria, gli altri fanno parte del personale esterno. A più di cento sono già stati notificati gli atti di accertamento, concluso l’iter di verifiche. Per ora, non potranno lavorare nei reparti: l’azienda valuterà la possibilità di smart working o demansionamento, ma in caso di esito negativo il rischio di sospensione retroattiva è concreto. Ciononostante, in molti continuano a sottrarsi alla vaccinazione contro il Covid-19.
Claudio Volanti, presidente dell’Ordine dei Medici di Bolzano, fa un’analisi della situazione, precisando che, a causa delle disposizioni in materia di privacy, non si sa né chi siano né, soprattutto, quanti siano i medici che rifiutano il vaccino: «È un dato protetto dal garante della privacy, non c’è una distinzione per profilo professionale, non abbiamo ricevuto ancora alcuna comunicazione e non conosciamo il numero dei medici che saranno effettivamente sospesi. La legge prevede che, dopo l’accertamento, venga fatta comunicazione al sanitario interessato, all’Ordine di riferimento e all’azienda. Il datore di lavoro – precisa – può decidere di spostare il sanitario ad altro incarico e l’azienda sanitaria di Bolzano ha deciso di dare precedenza, in questo senso, a chi non può vaccinarsi per problemi di salute e poi a chi si rifiuta».
In seguito alla sospensione, l’Ordine dei Medici di riferimento trasmette all’interessato l’informazione e lo annota sull’albo. «Non stiamo parlando di una sanzione disciplinare ma solo di una nota, perché nelle altre regioni sappiano che il medico è stato sospeso». Volanti preferisce la persuasione al pugno di ferro, convinto che lavorare sulla comunicazione corretta sia la cosa migliore da fare: «Abbiamo già fatto una campagna informativa invitando tutti gli iscritti a vaccinarsi – prosegue -. Noi pensiamo che saranno pochi i medici che non si vaccineranno o faranno azioni propagandistiche, come già successo. Il problema non è la sanzione ma l’educazione sanitaria. Il nostro obiettivo è far vaccinare tutti, il bene da proteggere è la salute collettiva».
Del resto, in Alto Adige il movimento no vax è molto radicato, anche tra i sanitari. Proprio nella provincia di Bolzano, infatti, si concentra anche un gran numero di persone contrarie alle vaccinazioni “tradizionali”. É una battaglia culturale, insomma. «L’Alto Adige è sempre stata una provincia a forte tendenza antivaccinista – ricorda il presidente Volanti -. Già nel 2014 si rilevava che il tasso di vaccinazione per il morbillo era al 68%. Su tutte le vaccinazioni obbligatorie si mantiene sempre più basso rispetto al resto d’Italia».
Dove ricercare le motivazioni? «Vengono da lontano – precisa Volanti -. Ci sono motivi religiosi, per un periodo di tempo era stato attribuito alle vaccinazioni un lato demoniaco. Poi, una scarsa informazione ha portato la medicina alternativa a consolidarsi al primo posto. C’è ancora la convinzione che la medicina tradizionale abbia qualcosa in meno, lo dimostra il fatto che il bilancio delle aziende che vendono prodotti omeopatici è sempre molto alto. Ricordo che la FNOMCeO riconosce la medicina complementare, o non convenzionale, ma non quella alternativa, praticata da molti sanitari qui in alto Adige – evidenzia il presidente -. In tutto questo rientrano i vaccini, tra i farmaci più studiati, conosciuti e sicuri che una persona possa assumere».
Anche il ministro Speranza sceglie la strada del convincimento e invita caldamente i professionisti sanitari a rispettare l’obbligo vaccinale: «Dobbiamo lavorare perché quella norma sia rispettata, le vaccinazioni sono la più importante arma». Poi, ha ricordato che «la pandemia non è finita. Nonostante la vaccinazione significativa i contagi ci possono essere soprattutto a causa di varianti come la Delta. Continuiamo sulla strada della gradualità e della prudenza».
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