Bilancio positivo al termine dei primi dodici mesi: 300 interventi a fine 2021, 7 nuovi esperti formati in chirurgia mininvasiva robotica e nuove applicazioni
Sette nuovi esperti formati in chirurgia mininvasiva robotica e studenti raddoppiati: è decisamente positivo il bilancio del primo anno della Scuola di Formazione in Chirurgia Robotica della Statale di Milano, che per il nuovo corso, presentato all’Ospedale San Paolo, sede della scuola, prevede di allargare l’offerta formativa a 50 specializzandi e a studenti provenienti da altre università italiane e straniere.
«Per noi è un traguardo importante – spiega Gianvincenzo Zuccotti, Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Statale -. Abbiamo un grado di soddisfazione elevata da parte di studenti e specializzandi da un punto di vista didattico e formativo perché permette loro di essere subito sul campo ed avere a che fare con le metodiche migliori. Dopo il polo del San Paolo contiamo di ampliare l’offerta anche al Sacco perché entrare nel mondo del lavoro avendo una conoscenza della chirurgia robotica è un plus che vogliamo dare a tutti i nostri studenti».
Trecento interventi ad alta complessità entro dicembre 2021 sono un traguardo che il Direttore Generale dell’ASST Santi Paolo e Carlo, Matteo Stocco, reputa un biglietto da visita importante per avere un ruolo nella sanità pubblica lombarda. «In questo momento stiamo utilizzando questa tecnica in urologia e chirurgia generale, in particolari interventi molto complessi specie del pancreas e del colon retto. Anche in ginecologia abbiamo introdotto questa metodologia che entro dicembre 2021 verrà estesa alla chirurgia toracica. I pazienti sono aumentati così come gli interventi ad alta complessità, questo grazie alla tecnologia e ai professionisti. Il bilancio, al termine di un anno di grandi investimenti resi necessari per rilanciare gli ospedali pubblici nell’area milanese, è positivo. Tecnologia e professionalità rappresentano, dunque, un binomio vincente per acquisire una identità nel panorama regionale».
Spostandoci in sala operatoria, chirurgia robotica significa nuova tecnologia con macchinari all’avanguardia e schermi ad alta precisione. Una doppia console poco distante dal paziente rappresenta la plancia di comando da cui il chirurgo senior e lo studente guidano, su uno schermo a grandi dimensioni e con due manopole, i bracci meccanici che eseguono l’intervento. «Il vantaggio di questa piattaforma è nella didattica – spiega Paolo Pietro Bianchi, direttore di chirurgia uno dell’Ospedale San Paolo – perché la simulazione e la possibilità di avere una doppia postazione come fosse una scuola di volo permette agli studenti di utilizzare gli strumenti insieme al chirurgo senior e questo è stimolante per loro. Sul piano della tecnologia le aziende stanno producendo nuovi macchinari ed è inevitabile che nel giro di poco tempo la chirurgia robotica avrà una grande diffusione e chi si farà trovare pronto avrà molti vantaggi»
«L’urologia è l’ambito in cui si utilizza con maggiore frequenza – aggiunge Bernardo Rocco, direttore dell’unità operativa complessa di urologia ASST Santi Paolo e Carlo –. Negli Stati Uniti il 100 per cento degli interventi viene fatto con questa tecnica, al San Paolo stiamo utilizzando la chirurgia robotica nell’oncologia prostatica, nel tumore del rene e anche nei casi di tumore della vescica avanzata dove è necessario togliere la vescica e fare delle ricostruzioni complesse. Gli interventi con questa tecnica al San Paolo hanno raggiunto numeri importanti tanto che, dal mio arrivo, sono stati 43 in robotica a fronte di due con modalità open e questo dà l’idea di quanto la chirurgia sia spostata verso questo approccio».
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