Massimo Tortorella, Presidente del gruppo leader della tutela medica, lancia la proposta di una camera di compensazione
Nonostante la pronuncia dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, che ha archiviato il caso dello spot sulle azioni legali contro presunti casi di malasanità, il gruppo leader della tutela medica Consulcesi conferma di essere pronto a denunciare il caso alla Procura della Repubblica. «Come ho scritto sul mio profilo Linkedin, in un post con decine di migliaia di visualizzazioni, la mamma dei cretini è sempre incinta – afferma Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi -, la ‘mamma dei cretini’ è sempre incinta. Dobbiamo salvaguardare chi, oggi, non ha la serenità di curare secondo coscienza per paura di essere messo alla gogna. E non stupiamoci, poi, se i medici migliori se ne vanno all’estero o se i familiari dei pazienti aggrediscono gli operatori sanitari intenti a fare solo il loro dovere, sottopagati e spesso costretti a turni di lavoro massacranti, che attendono da anni i rimborsi per aver lavorato in corsia, dopo la laurea, gratuitamente. Il 97% delle cause intentate dai pazienti – aggiunge Tortorella – è senza esito, ma la reputazione dei professionisti, anche senza aver commesso danni, è rovinata a vita, perché Internet comunica ma non cancella i fatti giudiziari infondati».
«Riteniamo – prosegue -, che una categoria come quella medica debba essere difesa, una categoria che vede scappare le proprie eccellenze all’estero, a cui non vengono riconosciuti onorari corretti e borse di studio non regolarmente riconosciute, una categoria che quotidianamente subisce violenze che raccogliamo attraverso il nostro telefono rosso».
Massimo Tortorella lancia quindi un appello facendosi portavoce delle numerose richieste che continuano ad arrivare quotidianamente dagli operatori sanitari tutelati da Consulcesi: «È ora di cambiare. Basta con la “caccia al medico”, collaboriamo, invece, tutti insieme a generare un sistema virtuoso attraverso la creazione di un Tribunale della Salute, luogo di confronto e non di contrapposizione per medici e pazienti (CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE PER IL #Tribunaledellasalute #bastaodiomedicipazienti). Siamo pronti ad essere promotori di questa iniziativa, contando sul supporto dei rappresentanti delle istituzioni medico-sanitarie, dei sindacati e delle associazioni a tutela dei pazienti. E anche il mondo dell’informazione non può esimersi da dare un contributo fondamentale evitando di accogliere messaggi che, anche solo indirettamente, possano minare le fondamenta del sistema salute in particolare nell’ambito del servizio pubblico».