L’Italia è fra i paesi europei che ha dichiarato che userà di più la telemedicina in futuro (71%) dopo la Francia (72%). Il 45% degli italiani l’ha trovata molto comoda per evitare contagi, ma un 22% non ha ancora l’intenzione di provarla perché preferisce il rapporto personale o non si fida
Secondo un’analisi condotta a Dicembre 2020 dagli Osservatori del Politecnico di Milano sulla Connected Care, c’è stato un aumento significativo dell’utilizzo di internet da parte dei cittadini italiani per la ricerca d’informazioni sulla propria salute.
Dopo lo scoppio della pandemia un 73% degli italiani ha dichiarato che utilizza internet regolarmente per cercare informazioni su farmaci e terapie, un 74% per capire problemi di salute e malattie, un 62% per formulare diagnosi sulla base dei propri sintomi ed un 79% per capire come migliorare il proprio stile di vita. Inoltre, sempre più medici consigliano ai propri pazienti di utilizzare app per migliorare l’attività fisica o ricordarsi di prendere un farmaco. Similmente, sembra che l’interesse per la telemedicina sotto forma di teleconsulti, monitoraggio della salute e utilizzo di cartelle mediche online stia crescendo sempre di più.
Il team di analisi di Capterra ha condotto un sondaggio per comprendere il grado di adozione e propensione dei cittadini nei confronti della telemedicina. Gli intervistati totali sono stati 5.095 provenienti da 5 paesi europei (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, e Regno Unito). Le interviste sono state condotte ad Aprile 2021. Gli intervistati italiani sono stati in totale 1.019, residenti in Italia, tutti maggiorenni e che hanno dichiarato di aver consultato un professionista sanitario negli ultimi 12 mesi.
Dai dati è emerso che:
Il 59% ha utilizzato la telemedicina per ragioni di salute non collegate al Covid-19, ovvero per medicina di base e medicina generale (43%), mentre solo il 41% l’ha fatto per sintomatologia legata al virus. Sono seguiti i consulti per dermatologia (25%), medicina interna e allergia e immunologia (19%) e ginecologia (14%). In termini assoluti, il paese che maggiormente aveva utilizzato la telemedicina prima della pandemia era il Regno Unito (54%). Dallo studio è emerso che gli italiani hanno utilizzato in egual misura smartphone e computer per i teleconsulti, mentre altre nazioni, come il Regno Unito (77%), hanno preferito un device mobile.
La maggior parte degli intervistati (77%) ha dichiarato che la telemedicina è stata molto utile in quei casi in cui non era necessaria una visita fisica ed è bastato un solo consulto per risolvere il problema. Al contrario, per il 56% dei britannici ed il 53% degli olandesi il primo consulto da solo non è sembrato sufficiente, ed hanno dovuto richiederne un secondo. La maggior parte dei pazienti italiani ha voluto utilizzare la telemedicina soprattutto per evitare un possibile contagio a sé e ad altri (45%) oppure per praticità (41%).
Gli utilizzatori italiani della telemedicina hanno sottolineato alcuni vantaggi e svantaggi che hanno rilevato. Fra i vantaggi apportati dalla telemedicina si sottolineano i seguenti:
Fra gli svantaggi compaiono, invece:
Tuttavia, secondo la maggior parte degli intervistati il bilancio fra vantaggi e svantaggi è stato comunque favorevole, in quanto il 71% ha dichiarato che intende comunque continuare a servirsene in futuro in determinate occasioni. Solo il 4% ha dichiarato che non intende continuare, mentre il 25% ha dichiarato di volersi servire solo della telemedicina. Questi dati dimostrano che nonostante vi sia un’apertura verso questa nuova frontiera la titubanza nell’adozione di queste soluzioni sia ancora alta.
C’è ancora un 78% di italiani che non ha provato la telemedicina ma vorrebbe farlo. Nonostante questo desiderio vi è comunque una percentuale di scetticismo. Infatti, vi è un 22% di intervistati che ha dichiarato che non intende utilizzare la telemedicina in nessun caso e le principali motivazioni possono essere visualizzate nella grafica soprastante.
Un 46% di questi contrari ha dichiarato che nulla potrebbe convincerli ad utilizzare la telemedicina. Tuttavia, vi è una percentuale di dubbiosi che si convincerebbe se: fosse sicura che il medico abbia ricevuto una formazione adeguata per fornire il teleconsulto (23%), se la telemedicina fosse l’unica soluzione per ottenere un appuntamento con un operatore sanitario specifico (19%) e se fosse certa che i propri dati personali e la propria privacy fossero propriamente tutelate.
Dall’altro lato, il personale medico sta iniziando ad adottare sempre più la tecnologia per le proprie mansioni quotidiane. Nel seguente grafico è possibile vedere che tipo di tecnologia e/o servizio sono stati resi disponibili online, o tramite dispositivi elettronici, ai pazienti.
L’adozione della telemedicina continuerà a crescere nei prossimi anni e si cercherà di adottarla sempre di più, come sottolineato recentemente da Massimiliano Fedriga presidente della conferenza delle Regioni e delle Province autonome e porterà diversi benefici; alcuni li stanno già testando, come il monitoraggio più puntuale dei tumori tramite la piattaforma digitale WelCare. Con una maggiore formazione del personale sanitario, un’implementazione di una connessione internet più capillare sul territorio ed una maggiore sicurezza nella gestione dei dati il grado di adozione di questa tecnologia crescerebbe di molto in breve tempo.
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