Sono indicati per l’adenocarcinoma del polmone, il colangiocarcinoma e neoplasie avanzate di altre sedi. Il Presidente De Lorenzo: «Oggi nel nostro Paese solo il 2% delle analisi è eseguito con la tecnologia più avanzata che consente di valutare diversi bersagli»
La scelta della terapia anti-cancro più efficace, in alcune neoplasie selezionate, dipende da specifiche analisi molecolari. Ma, in Italia, soltanto il 2% di tutti i test per la ricerca dei biomarcatori è eseguito con la tecnologia più avanzata che permette di valutare più bersagli molecolari contemporaneamente, a fronte di una media europea del 10%. Per poterli garantire a tutti i pazienti, servirebbe un finanziamento aggiuntivo di 24 milioni di euro a quello già destinato alla diagnostica molecolare dalla Legge di Bilancio del 2020.
Le proposte emergono dal Convegno nazionale “L’accesso ai biomarcatori in Italia”, organizzato oggi a Roma da FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia). Queste risorse dedicate – si legge in una nota – sono indispensabili per istituire un fondo che copra il costo per il test NGS di 1.150 euro (tariffa prodotta dalla valutazione in realtà ospedaliere italiane) per circa 20.600 casi di cancro da testare per anno.
«Ancora una volta le Associazioni dei pazienti, sia a livello europeo, che in Italia, in stretta sinergia con le società scientifiche, sono in prima linea per documentare le disparità di accesso dei malati oncologici ai biomarcatori e quindi alla medicina personalizzata, terapia considerata anche salvavita per alcuni di essi – afferma Francesco De Lorenzo, Presidente FAVO -. La conoscenza articolata e dettagliata che emerge dall’indagine fornisce indicazioni per assicurare con immediatezza a questi malati il diritto di poter accedere a test molecolari di qualità e ovunque essi risiedano, attraverso un adeguato intervento legislativo e regolatorio, che includa pure risorse economiche necessarie per consentire l’esecuzione dei singoli test in sequenza».
«La disponibilità di accesso al test di profilazione genomica con tecnologia di sequenziamento esteso nei pazienti con adenocarcinoma metastatico del polmone permette l’utilizzo della più efficace terapia disponibile per il singolo paziente – sottolinea Giordano Beretta, Past President AIOM -. Infatti, i farmaci a bersaglio molecolare sono in grado di prolungare in maniera significativa la sopravvivenza, garantendo al contempo una buona qualità di vita grazie alla minore tossicità rispetto alle terapie convenzionali. In maniera analoga, una patologia meno frequente, ma con importante bisogno terapeutico quale il colangiocarcinoma, nonché casi selezionati di tumori avanzati per i quali non sono disponibili trattamenti efficaci oltre la terza linea di terapia, possono ottenere un vantaggio clinico da una profilazione genomica estesa mediante NGS. Ma la medicina di precisione non può essere assicurata al paziente se non ha accesso ai test per la ricerca dei biomarcatori necessari per stabilire se è idoneo a ricevere terapie personalizzate. Oltre alle maggiori risorse, servono reti di laboratori a livello regionale nell’ambito delle reti oncologiche, per gestire con maggiore efficienza i costi di questi test, promuovere lo sviluppo delle competenze tecniche, investire in tecnologie diagnostiche e accelerare i tempi di risposta indipendentemente dai volumi di campioni».
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