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La Giornata mondiale del disturbo bipolare si celebra ogni anno il 30 marzo, giorno in cui nacque il grande pittore olandese Vincent Van Gogh, che soffriva proprio di bipolarismo. E non era il solo: anche Michelangelo, Virginia Woolf, Caravaggio ed Ernest Hemingway ne sono stati affetti. Ne abbiano parlato con il Professor Giuseppe Maina, psichiatra e Presidente […]
La Giornata mondiale del disturbo bipolare si celebra ogni anno il 30 marzo, giorno in cui nacque il grande pittore olandese Vincent Van Gogh, che soffriva proprio di bipolarismo. E non era il solo: anche Michelangelo, Virginia Woolf, Caravaggio ed Ernest Hemingway ne sono stati affetti. Ne abbiano parlato con il Professor Giuseppe Maina, psichiatra e Presidente della sezione italiana dell’International Society for Bipolar Disorders (ISBD).
Professore, cos’è il disturbo bipolare?
«Il disturbo bipolare è un disturbo dell’umore: chi ne è affetto, nel corso della vita, può soffrire di episodi di depressione anche molto grave e poi alternare periodi in cui l’umore è invece eccessivamente espanso, euforico; possono susseguirsi con intervalli di tempo anche molto lunghi in cui la persona sta bene».
Come si manifesta e quali sono i sintomi principali?
«Nei casi più comuni, il disturbo bipolare si manifesta attraverso un primo episodio depressivo, anche importante, che nell’arco di qualche giorno o settimana si mostra in modo pieno, con tutto il quadro dei sintomi. In casi meno frequenti, invece, inizia con un episodio di euforia, con sintomi di grande eccitazione che, se sono spiccati e gravi, portano al ricovero».
Come possiamo riconoscerlo?
«Diciamo che, se una persona giovane ha un episodio anomalo di grave euforia che continua per ore e per giorni, la diagnosi è più semplice, quasi sicura: bisogna fare degli accertamenti, a meno che non abbia avuto un’intossicazione da sostanze stupefacenti. Se si presenta prima un episodio di depressione, la diagnosi è più difficile: esistono tanti tipi di depressione, anche esistenziali. Nei casi di depressione che riguardano soprattutto i soggetti giovani, è importante per il medico specialista o il medico di base almeno porsi il dubbio che non sia l’inizio di una manifestazione del disturbo bipolare».
Quali sono le cause?
«Le cause, pian piano, si stanno svelando: oggi, sappiamo che la componente eredo-costituzionale è molto importante, gioca il fattore causale principale. Spesso, è presente familiarità. Esistono anche cause ambientali scatenanti: più che traumi psicologici in questo caso parliamo di cause biologiche: l’abuso di droghe e persino alcuni farmaci possono scatenare un disturbo bipolare in chi ne è predisposto (ad esempio il cortisone ad alti dosaggi)».
Come si arriva alla diagnosi?
«Si arriva alla diagnosi, innanzitutto, attraverso il percorso con uno specialista che sappia leggere bene il quadro clinico in corso ma anche ricostruire la storia del paziente. È importante fare un’anamnesi della famiglia per cercare altri membri che hanno sofferto, anche se in parte o inconsapevolmente, di questo disturbo».
È molto diffuso nel nostro Paese?
«Siamo intorno al 3% della popolazione, ma i dati crescono».
Chi è più soggetto a questo tipo di patologia?
«Non c’è una grande differenza tra uomini e donne, non ci sono differenze sociali né culturali; il disturbo, nella grande maggioranza dei casi, inizia nella fascia d’età giovanile, entro i 25-30 anni viene svelato».
Quali sono i rischi e pericoli che può comportare questa patologia se non viene correttamente diagnosticata?
«Tanti purtroppo. Se non è ben curata, si va incontro a tanti pericoli: il primo è il suicidio, che interessa fino al 20% delle persone; l’abuso d’alcol e droghe – per calmare l’euforia del disturbo in una sorta di auto-terapia completamente sbagliata – la perdita del posto di lavoro. Il paziente bipolare può arrivare a danneggiare le relazioni interpersonali e stravolgere la vita quotidiana. In condizioni di euforia si perde la critica quindi anche guidare può essere molto pericoloso e si può arrivare a dilapidare patrimoni in un eccesso di generosità gestita in modo incongruo o a elargire grandi quantità di denaro salvo poi pentirsene amaramente una volta passata l’eccitazione e rendersi conto che si è fatto un disastro».