L’esponente del Movimento Cinque Stelle parla di «rivoluzione» a proposito dell’applicazione della “catena di blocchi” nella sanità: «Potremmo avere ingenti risparmi in termini di conservazione e raccolta dei dati della cartella clinica dei pazienti, favorendo al contempo l’accessibilità e permettendo agli operatori sanitari di avere l’accesso in piena sicurezza a tutte le informazioni necessarie per intervenire in modo pronto e tempestivo»
«Per la Blockchain la Commissione europea ha stanziato e stanzierà ancora più ingenti fondi nel prossimo bilancio pluriennale di sette anni dal 2021 al 2027 perché ci si è resi conto che effettivamente si tratta di una vera e propria rivoluzione». Il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo, Movimento Cinque Stelle, racconta ai microfoni di Sanità Informazione quanto ormai anche a livello europeo ci si sia resi conto delle grandi potenzialità della “catena di blocchi” anche in campo sanitario. Da qui l’investimento nella ricerca da parte della Commissione UE, una ricerca che inevitabilmente avrà riflessi anche nel campo delle cellule staminali, soprattutto nel particolare settore dell’autologa solidale, cioè la possibilità di conservare il sangue cordonale per uso autologo. Anche su questo la Blockchain potrà giocare un ruolo importante: «È fondamentale mettere l’Italia al passo delle altre eccellenze europee – sottolinea Castaldo -. In alcuni campi siamo noi in qualche modo ad aprire la pista, come è successo ad esempio negli screening neonatali nella scorsa legislatura con la legge Taverna, in altri invece è necessario avere un intervento deciso che consenta alla nostra ricerca e ai nostri ricercatori di fare nel modo migliore il proprio lavoro». Del tema si è parlato al convegno “Blockchain in Sanità: opportunità e prospettive” organizzato dal Presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri e da alcune aziende leader del settore come Consulcesi Tech.
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Vicepresidente, oggi si parla di Blockchain e sanità, una tecnologia che può rivoluzionare questo mondo. A livello europeo cosa si sta facendo in materia e cosa si potrà fare?
«A livello europeo c’è piena consapevolezza dell’importanza delle varie applicazioni della Blockchain, tanto è vero che la Commissione europea ha stanziato e stanzierà ancora più ingenti fondi nel prossimo bilancio pluriennale di sette anni dal 2021 al 2027 perché ci si è resi conto che effettivamente si tratta di una vera e propria rivoluzione. Applicando la Blockchain al comparto sanitario noi potremmo avere ingenti risparmi in termini di conservazione e raccolta dei dati della cartella clinica dei pazienti favorendo al contempo l’accessibilità e permettendo agli operatori sanitari in piena sicurezza di avere l’accesso a tutte le informazioni necessarie per intervenire in modo pronto e tempestivo. Certo, ci sono anche alcuni piccoli limiti che devono essere superati. C’è il tema della privacy che chiaramente si impone in modo importante così come il diritto all’oblio che potrebbe essere calpestato dal funzionamento stesso della tecnologia, ma siamo anche convinti che sono tutti dettagli, aspetti che possono essere utilmente risolti se gli investimenti saranno proporzionali alle necessità».
Un altro tema è quello delle cellule staminali cordonali. La Blockchain può aiutare in questo senso anche sul tema dell’autologa solidale su cui è inevitabile il confronto con gli altri Paesi europei. In Italia ancora la legislazione non è compiuta. Lei pensa si possa intervenire in questo campo?
«Assolutamente. Ho piena fiducia anche nel mio amico Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Sanità al Senato, so che sta già meditando alcuni interventi in questo senso. È fondamentale mettere l’Italia al passo delle altre eccellenze europee. In alcuni campi siamo noi in qualche modo ad aprire la pista, come è successo ad esempio negli screening neonatali nella scorsa legislatura con la legge Taverna, in altri invece è necessario avere un intervento deciso che consenta alla nostra ricerca e ai nostri ricercatori di fare nel modo migliore il proprio lavoro. Per questo siamo sempre a sostegno della scienza, sempre a sostegno delle nostre eccellenze. Siamo convinti che stanziando le risorse appropriate, intervenendo legislativamente dove sarà necessario si potrà mettere in condizione di poter raggiungere traguardi eccellenti così come è sempre successo negli ultimi decenni».