Il presidente del sindacato dei farmacisti italiani spiega ai nostri microfoni quali sono le possibili applicazioni di questa tecnologia al circuito farmaceutico e, in generale, al mondo della farmacia
La Blockchain avrà effetti importanti sul settore farmaceutico e rappresenterà un grande valore aggiunto a disposizione di tutte le farmacie per comprendere meglio le esigenze dei propri clienti. È quanto emerso nel corso dell’evento in Senato “Blockchain in Sanità: opportunità e prospettive”, organizzato dal senatore Pierpaolo Sileri, presidente della 12esima Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama. Al dibattito è intervenuto anche Marco Cossolo, presidente di Federfarma, che ai nostri microfoni ha commentato le possibili applicazioni di questa tecnologia al circuito farmaceutico e, in generale, al mondo della farmacia. Il tutto pochi giorni prima dell’inizio degli Stati Generali della Farmacia.
Presidente, le potenzialità della Blockchain in ambito sanitario sono tantissime. Può essere uno strumento utile anche per il settore farmaceutico?
«Assolutamente sì. Il problema della contraffazione dei farmaci rappresenta un danno economico rilevante perché, anche se la contraffazione non avviene in Italia, è possibile acquistare i farmaci contraffatti attraverso internet anche dal nostro Paese. Quello della Blockchain mi sembra un sistema effettivamente efficace, anche se il mercato italiano è già controllato per tutto quel che è la Supply Chain. Il processo di verifica dunque c’è già, ma la Blockchain potrebbe risolvere il problema del farmaco contraffatto in maniera certa. Magari in futuro lo si può mettere a disposizione dell’utente stesso per verificare in prima persona la bontà del farmaco. Mi complimento con il Senatore Sileri per aver guardato così avanti organizzando questo convegno, perché effettivamente devo dire che qui ho imparato qualcosa di importante per il mio lavoro».
Un altro tema è quello delle indagini sanitarie certificate. Può essere un aspetto interessante anche per le farmacie?
«Certamente. Su questo a spetto potremmo considerarci anche clienti, non come singole farmacie ma come organizzazione sindacale, perché a noi interessa molto capire quali sono le tendenze sanitarie dei nostri pazienti e clienti, e dunque acquisire questo tipo di informazioni. È chiaro che fino ad oggi la validità dell’indagine si basava sull’attendibilità dell’istituto demoscopico. In questo caso invece il processo verrebbe certificato. Dal punto di vista sanitario è dunque un’iniziativa estremamente interessante, lo ripeto, e mi fa piacere che in Italia ci sia una politica che guarda così avanti in questo modo».