Sanità 1 Aprile 2022 09:44

Bombe al fosforo, cosa sono e perché fanno così paura

Intervista al Brig. Generale Vincenzo Barretta: «Il loro eventuale utilizzo non sarebbe certo una novità». Non è possibile al momento stabilire con certezza l’utilizzo o meno di questo particolare tipo di ordigno sul terreno di scontro in Ucraina, nonostante nelle ultime ore le autorità locali ne abbiano denunciato l’uso da parte delle truppe russe sulla città di Donetsk

Bombe al fosforo, cosa sono e perché fanno così paura

A fare paura, adesso che i negoziati sembrerebbero scongiurare almeno nell’immediato l’incubo di una escalation nucleare del conflitto russo-ucraino, sono le bombe al fosforo. Non è possibile al momento stabilire con certezza l’utilizzo o meno di questo particolare tipo di ordigno sul terreno di scontro in Ucraina, nonostante nelle ultime ore le autorità locali ne abbiano denunciato l’uso da parte delle truppe russe sulla città di Donetsk.

Quel che è certo è che si tratta di armi il cui utilizzo è già stato ampiamente documentato in altri conflitti dagli anni Settanta ad oggi. Ma cosa sono le bombe al fosforo, in cosa si differenziano dalle bombe convenzionali e perché fanno così paura? Lo abbiamo chiesto al Brig. Generale Vincenzo Barretta, già direttore della Farmacia del Policlinico Militare di Roma.

Quali sono gli effetti provocati da una bomba al fosforo?

«Innanzitutto è importante chiarire che le bombe al fosforo sono fabbricate con fosforo bianco. Il fosforo è un elemento chimico che si manifesta in tre forme allotropiche: di per sé, insomma, non è un elemento distruttivo, ma viene spesso utilizzato come fertilizzante e per altri impieghi anche esclusivamente benefici. Il fosforo bianco tuttavia ha la caratteristica di prendere fuoco spontaneamente a contatto con l’aria, motivo per cui necessita di essere conservato sotto azoto. Nel momento in cui il fosforo bianco, appunto, viene a contatto con l’aria si assiste a un grosso rilascio di calore, che insieme alla sua altra caratteristica, di interazione con l’acqua, provoca negli esseri viventi una necrosi profonda dei tessuti, fino al livello dell’osso, in una sorta di cremazione chimica. Il calore brucia tutte le parti di tessuto molle, distruggendo completamente i tessuti organici. A ciò dobbiamo aggiungere il fatto che successivamente all’esplosione il fosforo bianco si vaporizza nell’ambiente sotto forma di gas, e può quindi essere inalato bruciando letteralmente anche i polmoni. Da qui il suo effetto devastante. Tra l’altro, anche nel caso in cui il soggetto colpito sopravvivesse, riporterebbe dei danni permanenti, dall’anemia alle necrosi ossee».

Quali effetti ha invece una bomba convenzionale?

«La bomba convenzionale ha un effetto termico e un effetto meccanico. Se ci si trova in prossimità dell’esplosione si resta bruciati e colpiti dalle schegge. Prendiamo ad esempio le bombe a grappolo: queste quando arrivano a terra causano un’esplosione tutto sommato contenuta, ma quella stessa esplosione le rilancia verso l’alto a circa due metri di altezza ed è lì che esplodono in maniera deflagrante disseminando il territorio circostante di una miriade di piccole schegge che penetrano nei corpi danneggiandoli».

Le bombe al fosforo sono vietate in quanto armi chimiche?

«In realtà il fosforo bianco non sarebbe, tecnicamente, un’arma chimica, perché viene tradizionalmente usato come fumogeno per coprire ritirate, cioè per nascondere le proprie truppe e impedire contestualmente alle truppe avversarie di avere sufficiente visibilità per avanzare, tant’è vero che la Convenzione di Ginevra nel 1980 non ha vietato tout court l’impiego del fosforo bianco in guerra, ma ne ha vietato l’utilizzo su obiettivi civili. È chiaro che se si utilizza per illuminare un campo di atterraggio o come cortina fumogena è un conto, ma usato su obiettivi civili il discorso è completamente diverso. Tra l’altro è bene specificare che la Russia ha accettato gli accordi della Convenzione di Ginevra, che vieta appunto l’utilizzo delle bombe al fosforo contro obiettivi civili, ma che non li vieta contro obiettivi militari».

Ci sono notizie certe circa l’utilizzo di bombe al fosforo nel corso della storia?

«Le bombe al fosforo sono state utilizzate come arma in moltissime occasioni: in Vietnam gli Stati Uniti usavano fosforo bianco come componente aggiuntivo del napalm, ed è risaputo che il napalm è stato usato contro obiettivi civili. Bombe al fosforo sono state utilizzate durante la guerra del Golfo, in Libano, a Falluja in Iraq, solo per citarne alcune. Se venissero usate anche durante l’attuale conflitto in Ucraina, insomma, non sarebbe certo il loro ‘battesimo del fuoco’».

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Ucraina: emergenza ferite da scheggia, allo studio IA per valutazioni «lampo»
Con l'invasione della Russia in corso, l'Ucraina sta cercando nuovi modi di utilizzare l'intelligenza artificiale per valutare e curare le ferite causate da schegge. Grazie al contributo di un gruppo di ricercatori britannici, l'IA viene addestrata con l'aiuto di modelli 3D di tessuti lesionati in laboratorio
Guerra in Ucraina, Consulcesi lancia il nuovo corso contro le emorragie da ferite da guerra
«Di fronte ai gravissimi attacchi contro l’assistenza sanitaria, mettere il maggior numero di persone in condizione di saper compiere semplici ma efficaci manovre per fermare per esempio la fuoriuscita di sangue può significare salvare una vita in più», commenta Daniele Manno, esperto di Remote e Military Life Support
Supporto psicologico ai profughi ucraini, il lavoro del centro nato in memoria di Alfredino Rampi
All’interno del centro Rampi, a Roma, è nata un’unità di aiuto ai profughi ucraini in fuga dalla guerra. Ad aiutarli volontari della protezione civile, mediatori, psicologi. Michele Grano (PSICAR): «Con i bambini usiamo la modalità ludica per aiutarli a tirare fuori in maniera mediata la propria angoscia»
di Francesco Torre
Sanitari ucraini nel SSN. I dubbi di Alternativa: «Asl non hanno strumenti per valutare requisiti»
La deputata e medico Leda Volpi ha presentato un’interrogazione per sollecitare il ministero della Salute a varare una circolare o una norma: «Derogare all’iter di riconoscimento dei titoli è rischioso, parliamo di professioni molto sensibili»
Guerra in Ucraina: Consulcesi mette in salvo 12 donne e bambini. Per loro rifugio e assistenza
Allestiti tre appartamenti con giardino a Valmontone, a Roma. 1.829 i chilometri percorsi in tre giorni dai van Consulcesi per consegnare beni e portare in Italia le vittime del conflitto
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...