Sanità 23 Marzo 2022 16:28

Fuga dall’Ucraina. Piras (ActionAid): «Necessario coordinamento. Si rischia una tratta di essere umani»

In Polonia, ActionAid sta lavorando per dare sostegno diretto in denaro a 3.500 famiglie. In Romania sta sviluppando un programma di prevenzione della tratta delle ragazze e della violenza di genere. In Italia supporta le comunità ucraine aiutandole ad accogliere le loro famiglie in arrivo

Kateryna ha 52 anni e ha lasciato l’Ucraina con sua figlia Liliya di 14 anni, affetta da una grave paralisi cerebrale. Maryia di anni ne ha 35 e, dopo aver passato 12 giorni in uno scantinato con sua figlia Natalia di 11 anni mentre la loro città veniva bombardata, ha viaggiato per tre giorni per fuggire dall’Ucraina. Kateryna e Maryia sono solo due delle migliaia di donne arrivate a Dorohusk, un villaggio della Polonia orientale, nella contea di Chełm, dove ActionAid, in collaborazione con associazioni e partner locali sta concentrando i suoi aiuti umanitari.

Flusso di rifugiati al confine in diminuzione

Dallo scoppio della guerra sono circa tre milioni le persone, soprattutto donne e bambini, fuggite dall’Ucraina. Affamate, esauste e traumatizzate, hanno urgente bisogno di cibo, acqua e ripari sicuri. «Fino a qualche giorno fa accoglievamo circa 150 mila rifugiati ogni 24 ore, ora il flusso è diminuito. Ieri (22 marzo 2022) ne sono arrivate circa 38 mila», racconta Enrica Piras senior emergency manager per la Polonia di ActionAid, che da due settimane è schierata in prima linea per sostenere gli aiuti umanitari.

Rischio di sfruttamento e tratta di esseri umani

La diminuzione del flusso di rifugiati dall’Ucraina alla Polonia non sancisce la fine dell’emergenza. «Anzi – assicura Piras – la situazione si fa sempre più critica di ora in ora. Tutte le persone arrivate in Polonia hanno bisogno di essere accolte, di trovare un alloggio, un lavoro, di poter ricominciare a vivere. E, finora, non è stato ancora messo in piedi un coordinamento, sia a livello nazionale (in Polonia) che internazionale (in collaborazione con i Paesi Europei), in grado di gestire questa emergenza. Sono i civili ed i volontari ad occuparsi di queste persone: sono venuti da ogni parte del mondo, ma non tutti sono armati di buone intenzioni. In questo momento, in assenza di un programma di gestione ben strutturato e istituzionalizzato, c’è il rischio che queste persone possano finire nelle mani di malintenzionati e diventare vittime di sfruttamento, se non addirittura della tratta di esseri umani. A varcare il confine per mettersi in salvo sono soprattutto donne, bambini e anziani, tutti soggetti estremamente fragili. Individui che, proprio per la loro vulnerabilità, possono finire facilmente nel mirino di queste organizzazioni criminali».

Storie di sopravvissute

In Polonia, ActionAid sta lavorando per dare sostegno diretto in denaro a 3.500 famiglie, concentrandosi su quelle più fragili con donne sole o a capo di una famiglia. «È straordinaria la forza di queste persone – assicura Piras -. Raccontano esperienze al limite dell’umanità: sono fuggite in mezzo ai cadaveri, lasciandosi alle spalle anche le persone più care. Eppure, sono pronte a ricominciare».

Kateryna si è nascosta in uno scantinato con sua figlia Liliya: «Tre volte al giorno scendevamo nei bunker per ripararci dai bombardamenti – racconta – ma era molto difficile portare la sedia a rotelle su e giù per le scale. Sono venuta qui per accompagnare mia figlia in un centro di riabilitazione adeguato, ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. Ho altri tre figli che sono rimasti in Ucraina». Maryia, invece, è partita senza suo marito: «Non so se ci incontreremo ancora o quando tutto finirà. Non so cosa faremo in Polonia, dove andremo a finire. Qui ci sosteniamo a vicenda, ci proviamo», dice la donna. Vira invece è scappata da Kiev con i suoi cinque figli, l’ultimo, Artyom ha appena tre mesi. Doveva nascere a febbraio invece è venuto alla luce prematuramente, a novembre 2021. Quando è scoppiata la guerra era in un’unità di terapia intensiva neonatale.

ActionAid in Polonia

Ora, al riparo dai bombardamenti, donne e bambini dovranno cominciare a ricostruire la loro vita, mattone dopo mattone. E per aiutarli, oltre al sostegno economico, ActionAid, in collaborazione con un’organizzazione polacca per i diritti delle donne, ha messo in piedi anche un progetto per dare supporto alle sopravvissute alla violenza di genere. «A disposizione delle rifugiate ci sono psicoterapeute specializzate che parlano ucraino, polacco e inglese – racconta Piras – e assistenti sociali in grado di fornire informazioni e orientamento per l’alloggio, l’accesso ai servizi essenziali e per la ricerca di lavoro. Lavoreremo anche con un’organizzazione di attiviste polacche per sostenere i profughi di altre nazionalità, soprattutto per garantire alle persone di origine africana, mediorientale e asiatica gli stessi diritti degli ucraini».

ActionAid in Romania

Per sostenere le comunità e le famiglie che arrivano dall’Ucraina in Romania, ActionAid sta sviluppando un programma di prevenzione della tratta delle ragazze e della violenza di genere e lavorerà con le organizzazioni giovanili per assistere i rifugiati più giovani, di età compresa tra i 14 e i 35 anni. «In situazioni di fragilità e povertà sociale si aggravano infatti dinamiche di sfruttamento e violazioni di diritti», spiega Piras.

L’impegno anche in Italia

L’intervento di ActionAid si rivolge anche alle persone ucraine giunte in Italia. In Campania, Puglia e Calabria, grazie allo stretto rapporto con le comunità ucraine costruito negli anni, ActionAid è attiva per offrire tutto il supporto necessario, aiutandole ad accogliere le loro famiglie o chi ne ha bisogno e fornendo loro i beni necessari per vivere, oltre che aiuto legale e psicologico. Grazie al servizio di assistenza legale sarà facilitato l’accesso ai servizi pubblici come quelli sanitari, l’inserimento lavorativo, abitativo e, per i bambini, scolastico. Infine, verrà fornita mediazione linguistico-culturale e verranno realizzati corsi di italiano. Un ruolo centrale sarà svolto dalle comunità locali russofone già presenti nei territori, con cui ActionAid già collabora, che saranno coinvolte in prima persona nell’organizzazione delle attività di supporto e accoglienza.

 

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