Per l’ex direttore sanitario milanese Giuseppe Imbalzano ora sono necessari chiusura totale, separazione delle persone infette dai familiari e uso obbligatorio di mascherine e occhiali
Oltre 10 mila casi al giorno. Per la Russia è record negativo di infetti. Una situazione che la colloca in vetta alla classifica dei Paesi più colpiti dal Covid-19, seconda solo agli Stati Uniti. Una curva dei contagi in ascesa che per Giuseppe Imbalzano, ex direttore sanitario e consulente del governo di Putin per l’emergenza Covid, trova spiegazioni nella scarsa organizzazione e nelle troppe strutture non adeguate a gestire uno tsunami sanitario di questa portata.
Dottore, come mai in Russia i contagi sono cresciuti in maniera esponenziale?
«Innanzitutto è mancato il controllo sui percorsi che i contagi hanno fatto, ovvero non sono state fatte le verifiche sui contatti, e d’altra parte gli ospedali non hanno condizioni di sicurezza e di garanzia, non si è avviata una ristrutturazione adeguata per i bisogni dei cittadini. La zona europea è quella che ha avuto maggiori problemi, ma non sono mancati casi nelle regioni più periferiche, nonostante fossero meno esposte a problemi di densità di popolazione e di aggregazione. Ad esempio, al confine con la Cina si è sviluppato un focolaio che ha portato il virus di nuovo nel Paese asiatico».
Lei quali consigli ha dato, che sono rimasti inascoltati dalle istituzioni?
«Il problema del domicilio innanzitutto, perché è necessario dividere le famiglie in cui sono presenti casi di Covid e tenere distinto chi è malato da chi no, in modo da gestire la situazione. In caso contrario il numero dei contagi tende a salire come di fatto è accaduto in Russia, fino ad arrivare a 10 mila casi al giorno, una cifra che non è più gestibile».
A questo punto cosa bisogna fare?
«Il rimedio da adottare sarebbe la chiusura totale: si dovrebbero eliminare le frequentazioni tra contagiati e non, gli ospedali dovrebbero diventare unicamente Covid, mentre le persone sintomatiche dovrebbero essere allontanate dal domicilio e controllate. Dal punto di vista individuale la mascherina non dovrebbe mai mancare, tutti dovrebbero averla perché insieme agli occhiali riduce il contagio del 99%».
A livello di cure che scelte sono state fatte in Russia?
«Pochi tamponi, test sierologici solo a Mosca, e utilizzo di antivirali. Il vero problema è il costo dei farmaci che in alcuni casi è molto elevato e dunque pone un freno all’utilizzo. C’è però da dire che a fronte di molti contagi, la mortalità in Russia è modesta e questo è un dato incoraggiante».
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