Sanità 6 Maggio 2020 15:45

La Spagna riparte in quattro fasi e abbandona i test sierologici. La testimonianza di Alessandro, medico radiologo a Barcellona

«Preferita la ricerca di anticorpi con test immunoenzimatico su tutti gli operatori sanitari, i più colpiti dal Covid in Europa, e su un campione di popolazione»

di Federica Bosco

Niente test sierologici rapidi. La Spagna dopo aver acquistato una grande quantità di kit testati a Madrid e Barcellona ha deciso di cambiare rotta e puntare sulla ricerca di anticorpi con il test immunoenzimatico. A confermarlo Alessandro, radiologo pugliese impegnato in prima linea a combattere il Coronavirus in un ospedale di Barcellona.

LEGGI ANCHE: COVID-19, GLI SVIZZERI GIÀ NELLA FASE 2. UN MEDICO ITALIANO DELL’OSPEDALE DI SION RACCONTA COME HANNO FERMATO L’EPIDEMIA

«Si è discusso a lungo della possibilità di usare i test sierologici come metodo di screening della popolazione e del personale sanitario – puntualizza Alessandro, che da qualche anno è impegnato nell’Ospedale Germans Trias i Pujol -. Ricordiamo che la Spagna ha avuto la più alta incidenza di personale sanitario colpito dall’infezione da Covid in maniera più o meno grave. Quindi si è discusso di utilizzare i test sierologici, e il governo spagnolo ha acquistato sul mercato internazionale alcuni kit, ma al momento di validare queste prove, si è scoperto che non erano sufficientemente sicuri, per cui questa strada è stata completamente abbandonata, nonostante siano stati spesi vari milioni di euro per l’acquisto dei kit. Per cui l’unico metodo affidabile per la ricerca di anticorpi rimane il test classico immunoenzimatico. Questo metodo dovrebbe essere molto più sensibile dei test di rapido risultato, ma ovviamente richiede un processo di elaborazione più complesso, perché significa analizzare non una goccia di sangue dal dito, ma effettuare un vero e proprio prelievo analitico, con tempi più lunghi e soprattutto è più costoso. Si analizzerà un campione della popolazione sul quale effettuare questo tipo di test, mentre al personale sanitario verrà offerto a tutti».

LEGGI ANCHE: EMANUELE, MEDICO IN BELGIO, IL PAESE PIU’ COLPITO DAL CORONAVIRUS: «PRIMA SOTTOVALUTATO, POI AFFRONTATO CON TAMPONI E ANTIVIRALI»

Ospedali completamente convertiti per gestire i malati Covid, farmaci antivirali per la cura, tamponi solo ai sintomatici e lockdown: la Spagna sembra essere in linea con molti altri Paesi d’Europa nel trattare il coronavirus e per la prima volta, dopo sei settimane, anche i numeri sembrano dare ragione alle scelte fatte.

«Questa nuova fase si suddivide in quattro periodi della durata di quindici giorni. Molto dipenderà da come evolverà l’epidemia: se la curva dei contagi scenderà, le misure si allenteranno. Si inizia con la cosiddetta fase 0,  con l’apertura di piccoli negozi  e con l’obbligo di concordare con i clienti un appuntamento preventivo in maniera da evitare il sovraffollamento o le agglomerazioni di persone. Dopodiché, se tutto continuerà positivamente e non avremo un aumento dei contagi, si passerà alla fase 1 in cui si prevedono ulteriori misure di allentamento fino ad arrivare alla fine di giugno ad una totale apertura. A partire dalla scorsa settimana, poi, ai bambini è permesso uscire accompagnati dai genitori. Questo ha fatto sì che si siano già verificati dei piccoli agglomerati in spazi ristretti. Non sappiamo se questo avrà delle conseguenze oppure no. Vedremo. In generale dobbiamo essere ottimisti, ma prudenti», conclude Alessandro.

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Covid-19 e vaccini: i numeri in Italia e nel mondo
Ad oggi, 28 febbraio 2023, sono 675.188.796 i casi di Covid-19 in tutto il mondo e 6.870.894 i decessi. Mappa elaborata dalla Johns Hopkins CSSE. I casi in Italia L’ultimo bollettino disponibile (23 febbraio 2023): Oggi in Italia il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 25.576.852 (4.720 in più rispetto a ieri). Il […]
In Spagna Omicron sarà trattata come un’influenza, almeno per i vaccinati
Un radiologo italiano a Barcellona conferma la volontà di Sanchez di rivedere il sistema di tracciamento e le modalità di emissione dei certificati di malattia da parte dei medici di base. Spaccatura tra le associazioni di categoria, mmg ritengono superflui test nei soggetti vaccinati, giovani con sintomi lievi e senza patologie pregresse
SARS-CoV-2, Clerici (Uni Milano): «Evolve in modo non favorevole. Vaccino unica arma che abbiamo»
Una ricerca dell’IRCCS Eugenio Medea e dell’Università degli Studi di Milano ha preso in esame più di 800 mila sequenze di SARS-CoV-2
di Federica Bosco
Covid-19, la Spagna ha vaccinato il 100% degli over 80. Ecco come
La maggioranza della popolazione over 80 si è vaccinata in un centro di salute pubblica del suo quartiere. Perché la campagna di vaccinazione è stata un successo
Tamponi molecolari, test rapidi e salivari: a che punto siamo con le tecnologie di screening del Covid-19?
Sanità Informazione ha fatto il punto della situazione con Massimo Pica, Presidente Assodiagnostici di Confindustria Dispositivi Medici
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...