Il presidente del Consiglio è intervenuto alla 73esima Assemblea mondiale della Sanità, chiedendo la collaborazione di tutti i Paesi membri per fare della salute globale una priorità. «In fase 2 Ssn al centro, cauto ottimismo»
«Non dovremmo lasciare indietro nessuno». L’intervento del presidente Giuseppe Conte alla 73esima edizione dell’Assemblea mondiale della Sanità parte con un invito perentorio. Ricalcando così quella che tutti Paesi membri dell’Oms hanno definito la «priorità globale», ovvero la disponibilità a buon mercato di qualsiasi futuro farmaco o vaccino contro il Covid-19.
Con questo obbiettivo è stata adottata una Risoluzione, accettata all’unanimità, che chiede ufficialmente da parte dei membri «accesso universale, tempestivo e equa distribuzione» di qualunque prodotto efficace contro il coronavirus, invitando industria farmaceutica e ricercatori a condividere strumenti e scoperte. Il premier ha poi ribadito l’esistenza di “Act Tools Accelerator”, una piattaforma lanciata con Oms e i principali attori sanitari in cui condividere globalmente gli sforzi per una soluzione.
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«Come Paese impegnato in un efficace multilateralismo, l’Italia ritiene che dovremmo migliorare la nostra architettura sanitaria globale, anche rafforzando il ruolo dell’Oms – ha rimarcato il presidente del Consiglio –. Stiamo vivendo una crisi globale senza precedenti, una crisi che non conosce confini e non risparmia regione: possiamo solo superarla insieme, attraverso la solidarietà, la cooperazione e la responsabilità reciproca».
Dell’Italia in uscita alla prima fase di lotta alla pandemia, Conte ha parlato come di uno dei Paesi più colpiti e pronti ad adottare misure drastiche. «Dopo due mesi – ha continuato – i dati epidemiologici sono incoraggianti: confermano che i nostri sforzi e i sacrifici collettivi hanno dato i loro frutti». Le misure prese nella fase 2 vedono il personale sanitario al centro di nuove assunzioni e il Sistema sanitario nazionale in via di rafforzamento, cui il presidente del Consiglio guarda «con cauto ottimismo e senso di responsabilità».
«Sappiamo che la nostra lotta è lungi dall’essere finita – ha concluso – e a tal fine, abbiamo ancora bisogno l’uno dell’altro. La salute globale è la nostra priorità condivisa e deve essere la nostra responsabilità comune. Oggi più che mai, crediamo che insieme ce la faremo».