Un ponte aereo tra Polonia e Lombardia messo a punto da medici, psicologi e volontari che lavorano ininterrottamente da giorni coordinati da Alessandra Radaelli ha permesso a 12 bambini di arrivare in Italia. «Cure mediche, supporto psicologico e una corsa contro il tempo così cerchiamo di salvare i bambini oncologici di Leopoli»
Sono malati e terrorizzati, alcuni hanno smesso di parlare. I piccoli pazienti oncologici dell’Ucraina hanno due nemici da battere: il cancro e la guerra. Per salvarli Soleterre Onlus ha attivato un ponte aereo tra la Polonia e l’Italia con uno staff di medici, psicologi e volontari che lavorano ininterrottamente da giorni. Tra loro Alessandra Radaelli responsabile del programma salute globale che coordina le operazioni con l’obiettivo di fare tutto nel minor tempo possibile. «Sono arrivata in Polonia una settimana fa – racconta la cooperatrice internazionale – ora sono a Rzefzow, una piccola cittadina a un’ora e mezza da Cracovia e un’ora circa dal confine con l’Ucraina. È uno snodo importante perché qui c’è un aeroporto internazionale dove abbiamo creato una base per l’evacuazione dei bambini oncologici».
Tumori ematologici e solidi con una percentuale di sopravvivenza dell’80%
La salute di questi piccoli pazienti è grave, ma non compromessa e la speranza per loro è rappresentata da un volo verso l’Italia e dalla ripresa, prima possibile, delle terapie chemioterapiche. Oggi circa l’80% dei bambini con tumori di questa natura riesce a superare la malattia; quindi, l’impegno di Soleterre è fondamentale perché possano quanto prima essere seguiti in strutture ospedaliere adeguate. «Ci troviamo di fronte situazioni molto differenti – spiega Radaelli – ci sono bambini con tumori solidi, altri con neoplasie del sangue, a parte un caso molto grave che abbiamo preso in carica oggi, non ci sono bambini in pericolo di vita nell’immediato, ma è necessario che le operazioni possano continuare nel minor tempo possibile per evitare che si generino dei ritardi nelle cure».
Per portare fuori dal confine dell’Ucraina i piccoli malati oncologici molti sono gli ostacoli burocratici che i volontari di Soleterre devono superare. «Le difficoltà sono a diversi livelli, a partire dall’Ucraina dove abbiamo colleghe che si stanno occupando dell’arrivo e del ricongiungimento, del ricovero temporaneo presso l’ospedale di Leopoli – racconta Alessandra – Una volta superato il confine con la Polonia, qui a Rzefzow i bambini devono poi trovare ospitalità negli alberghi in attesa di partire per l’Italia. Non sempre è facile, però, perché gli hotel sono presi d’assalto da giornalisti e operatori».
Il suono delle sirene è il peggiore degli incubi, superiore anche alla malattia che devono affrontare. Alcuni di loro hanno smesso di parlare, altri reagiscono con urli e movimenti ipercinetici. «Nonostante siano usciti dalla zona di guerra continuano ad avere ansia e paura per i famigliari che sono rimasti in Ucraina che non hanno potuto o voluto partire. Per questo abbiamo messo a disposizione una psicologa ucraina per dare supporto alle madri e ai piccoli».
Dodici bambini hanno già raggiunto l’Italia, altri partiranno nei prossimi giorni grazie a uomini e donne che lavorano con Soleterre e rischiano la vita per mettere in salvo questi piccoli pazienti. «Due colleghe sono fuggite da Kiev portando con loro alcuni dei bambini oncologici ospitati nella casa-famiglia che Soleterre gestisce da anni. Hanno vissuto e stanno vivendo tutt’ora una situazione dolorosa e traumatica, ma nonostante questo continuano ad aiutare i piccoli pazienti e noi a svolgere il nostro lavoro nel migliore dei modi. Sono un elemento indispensabile. Il più grande ringraziamento va a loro».
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