Nel primo semestre 2019, nella regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, registrati più casi di tutto il 2018: 90mila contagi e 37 decessi. E scendono in campo anche i social media
Non è una novità, ma il morbillo torna a far paura. Anche in Europa. Questa volta è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a lanciare l’allarme. Il numero di casi registrati nella prima metà del 2019 ha superato quello di tutto l’anno scorso: sono quasi 90mila, infatti, con 37 decessi segnalati in 48 dei 53 Paesi della regione europea dell’OMS. In tutto il 2018, ne erano stati segnalati 84.462; nel solo primo semestre, circa 44mila. E a voler guardare ancora più indietro nel tempo, nel 2016 ci sono stati solo 5.273 casi.
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L’Ucraina sembra essere particolarmente colpita, con oltre 54mila contagi e 18 decessi nei primi 6 mesi del 2019. Quanto all’Italia, fa parte dei 12 Paesi europei, insieme anche a Francia e Germania, dove il morbillo è endemico: nei primi 6 mesi del 2019 si sono registrati 1.332 casi. Nel 2018, in totale, i casi sono stati 2.686, con un picco fra i 25 e 39 anni. Ma ci sono altri segnali di peggioramento della situazione: all’inizio di agosto il Regno Unito ha perso il suo status di Paese “libero dal morbillo“: sono stati segnalati 489 casi, 69 dei quali importati dall’estero. Il nuovo rapporto aggiunge che anche altri tre Paesi – Albania, Repubblica Ceca e Grecia – hanno perso questo importante status.
«I grandi sforzi fatti per controllare questa malattia altamente contagiosa ci hanno portato a fare molta strada verso l’eliminazione regionale – commenta Zsuzsanna Jakab, direttore regionale dell’OMS per l’Europa -. Tuttavia, i focolai di morbillo in corso dimostrano che è necessario fare di più. Attraverso l’attivazione della risposta di emergenza, l’OMS ha aumentato la sua attenzione sull’eliminazione del morbillo e ha potenziato la sua azione. Questo è il momento di affrontare qualsiasi sistema, determinante sociale o altra sfida che possano aver permesso a questo virus mortale di persistere in questa regione».
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Negli Stati Uniti, intanto, la situazione non è molto diversa: il direttore del dipartimento malattie infettive dei Centri per il Controllo e la prevenzione delle malattie, Nancy Messonnier, ha infatti dichiarato che ad ottobre anche gli USA potrebbero perdere lo status di Paese ‘free’ dal morbillo. La possibilità che questo accada è «ragionevole», e rappresenterebbe una grave sconfitta in termini di salute pubblica, soprattutto perché «abbiamo un vaccino perfettamente funzionante», ha precisato la dottoressa Messonnier.
Gli Stati Uniti avevano dichiarato l’eliminazione del morbillo nel 2000, ma la malattia continua a diffondersi: solo nell’ultima settimana sono stati riportati altri nuovi 12 casi di morbillo. Il primo focolaio è iniziato a fine settembre dello scorso anno e nel corso del 2019 ci sono state state 1.215 infezioni. Secondo gli esperti, con l’avvio dell’anno scolastico, i casi non potranno altro che crescere. Anche a fronte dell’aumento del numero di bimbi non vaccinati.
E per combattere l’emergenza scendono in campo anche i social media: Pinterest ha annunciato maggior impegno contro la disinformazione sulla sua piattaforma e le ricerche che gli utenti faranno su 200 termini relativi ai vaccini saranno automaticamente dirottate sui siti delle principali organizzazioni di sanità pubblica, tra cui l’OMS, i Centers for Disease Control, l’American Academy of Pediatrics e Vaccine Safety Net.