A Pechino oltre 500 nuovi casi locali. Stop ai voli e scuole chiuse. Terapie intensive piene in Arizona, mentre il Brasile registra “il giorno più nero”
Si aggrava la situazione a Pechino, dove sono stati confermati altri 31 nuovi casi trasmessi localmente, con sei asintomatici. Il focolaio della capitale cinese, che qualche giorno fa veniva descritto come «una corsa contro il tempo» è arrivato a 557 contagiati confermati. Di questi, fanno sapere le autorità sanitarie, 411 dimessi dall’ospedale guariti e nove morti.
Stop da questa mattina a tutti i collegamenti aerei con Pechino per preservare la salute pubblica. Alle 9 di oggi era già stati cancellati circa 850 voli da e per i due aeroporti internazionali, fa sapere VariFlight. Sospesi anche i collegamenti con i bus aeroportuali.
Le scuole sono chiuse già da due giorni, quando il livello di “risposta all’emergenza” è salito da 3 a 2. Intanto Pechino ha vietato di lasciare la città a tutte le persone che vivono nelle zone a “medio e alto rischio” di contagio. Il divieto è stato esteso anche a tutti i lavoratori del mercato di Xinfadi, individuato come il centro del nuovo focolaio. Le autorità chiedono a chi lascia la città di essersi sottoposto al test sugli acidi nucleici e di essere risultato negativo non più di una settimana prima della partenza.
Anche in America i numeri continuano a salire, anche se non con la stessa velocità. Sono sei gli stati in cui, nelle ultime 24 ore, si è registrato un record di nuovi casi di Covid-19: Florida, Texas, Arizona, Oklahoma, Oregon e Nevada. Proprio quando le amministrazioni locali avevano imposto un allentamento del lockdown per ridurre i danni all’economia.
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Al Tucson Medical Center dell’Arizona resta un solo posto disponibile in terapia intensiva, fanno sapere i medici. Uno degli esperti in malattie infettive della struttura, Steven Oscherwitz, ha avvertito su Twitter: «La maggior parte degli ospedali dell’Arizona sono ora al completo, non siamo sicuri di poter assistere le persone che avranno bisogno della terapia intensiva».
In Brasile, in un solo giorno, sono state registrate 1.282 nuovi morti per Covid-19, con il conto dei decessi che super i 45 mila. I nuovi contagiati sono stati 35 mila, l’aumento più alto registrato negli ultimi tre mesi nel Paese. Un’informazione che il ministero della Sanità ha rivelato nel bollettino quotidiano.
I contagi sembrano essersi attenuati nelle città amazzoniche, come Belém o Manaus, ma l’interno continua a subire perdite importanti. Risulta inoltre impossibile contenere la situazione nelle metropoli principali, è critica specialmente quella di Sao Paolo.
Intanto il presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernandez, è risultato positivo al test per il coronavirus. Lo ha annunciato lui stesso in un discorso televisivo. «Come presidente della nazionale e cittadino responsabile, voglio dirvi che durante il fine settimana ho iniziato a sentirmi poco bene e oggi mi è stata diagnosticata l’infezione da Covid-19», ha annunciato. Hernandez ha quindi spiegato di avere sintomi moderati e di essere sotto cura.
L’Africa segna quota 10 mila nuovi casi, come riferisce il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie dell’Unione Africana. Le vittime restano a quota 6.769, con 305 persone in più in queste ore. Alto anche il numero di guariti che sconfiggono l’infezione, oltre 4 mila. Il primato nei contagi va al Sudafrica, con 73.600 casi, seguito dall’Egitto che ne conta 46.300 e che detiene anche il maggior numero di decessi.
In India i morti hanno raggiunto quota 12 mila, di cui duemila in una sola giornata. Il ministero della Sanità indiano, a 100 giorni dallo scoppio della pandemia nel Paese, ha aggiornato a 11.903 il totale delle vittime. È invece salito a 354.065 il totale delle persone contagiate dal Covid-19.
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