Sanità 15 Novembre 2021 17:21

Perché l’Europa sta tornando ai giorni più bui della pandemia da Covid-19?

Il vecchio continente è l’epicentro della nuova ondata. Come si stanno attrezzando i Paesi europei per contrastare il nuovo aumento dei contagi? Se lo chiede il The Guardian

Perché l’Europa sta tornando ai giorni più bui della pandemia da Covid-19?

Come si stanno attrezzando i Paesi europei per fronteggiare la nuova ondata di contagi da Covid-19? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le infezioni da Sars-CoV-2 nel vecchio continente sono aumentate del 7% e i decessi del 10% nell’ultima settimana, rendendola l’unica zona del mondo in cui casi e decessi sono in costante aumento.

Sempre l’OMS ha segnalato che quasi due terzi delle nuove infezioni a livello mondiale sono avvenute in Europa. Va comunque segnalato che, ad eccezione dell’Europa centrale e orientale, dove la copertura vaccinale è significativamente inferiore, i ricoveri ospedalieri e i decessi generalmente rimangono molto bassi rispetto a un anno fa e le differenze nazionali nelle misure preventive rendono difficile trarre conclusioni generali. Ma gli esperti concordano sul fatto che la causa più probabile alla base di questa ondata sia la combinazione tra bassa risposta immunitaria al vaccino, diminuzione dell’immunità tra le persone vaccinate e meno attenzione a distanza di sicurezza e mascherine.

Le differenze tra i Paesi europei

Come riportato da The Guardian, secondo i dati di OurWorldInData la diffusione dei vaccini nel continente è più alta nell’Europa meridionale (con Portogallo, Malta e Spagna che hanno vaccinato due volte più dell’80% della loro popolazione) e l’Italia non molto indietro con il 73%. Trieste, in particolare, ha visto più che raddoppiare i casi giornalieri. «Siamo tornati ai giorni bui della pandemia», ha detto la scorsa settimana il capo di una delle unità di terapia intensiva della città dopo un boom di ricoveri ospedalieri. Ma anche Olanda, Francia e Germania, dove la copertura vaccinale è inferiore solo di pochi punti percentuali, hanno iniziato a registrare un’impennata delle infezioni.

La situazione in Olanda

Nei Paesi Bassi, che hanno vaccinato completamente il 73% della popolazione, sabato scorso è entrato in vigore un lockdown parziale di tre settimane: chiusi bar, ristoranti e negozi di prima necessità a partire dalle ore 20, negozi e servizi non essenziali chiusi dalle 18 e numero di posti limitato a quattro nelle riunioni domestiche.

I provvedimenti in Francia

In Francia quasi il 69% della popolazione è completamente vaccinata. Dalla scorsa estate è necessario un pass sanitario che mostri la prova della vaccinazione, della guarigione o un test negativo per entrare in negozi, bar e ristoranti, salire su un aereo o prendere un treno a lunga percorrenza. Le mascherine rimangono obbligatorie negli spazi pubblici interni, ma nuovi casi sono aumentati in percentuali a due cifre ogni settimana per un mese. «Quello che stiamo vivendo in Francia sembra chiaramente l’inizio di una quinta ondata», ha detto la scorsa settimana il Ministro della Salute, Olivier Véran. Emmanuel Macron ha affermato che dal prossimo primo dicembre gli over 65 a rischio e senza terza dose non avranno più diritto a un pass sanitario.

Aumento senza precedenti dei contagi in Germania

La Germania, dove il 66,5% della popolazione è completamente vaccinata, è alla vigilia di una quarta ondata che potrebbe essere la più grave finora. Negli ultimi cinque giorni sono stati registrati i tassi di infezione giornalieri più alti degli ultimi due anni, con 48.640 nuovi casi nella sola giornata di venerdì scorso. I reparti di terapia intensiva si stanno occupando ad una velocità senza precedenti. Per questo, a partire da lunedì solo le persone vaccinate o recentemente guarite potranno entrare in ristoranti, cinema e parrucchieri. Il ministro federale della sanità, Jens Spahn, venerdì ha proposto regole simili per l’accesso agli eventi pubblici.

Cosa succede in Austria

Con il più basso tasso di vaccinazioni (62,8%) e il più alto di infezioni di quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale, questa settimana l’Austria imporrà un blocco per le persone non vaccinate nelle sue due regioni più colpite e potrebbe procedere con misure analoghe a livello nazionale. Il cancelliere Alexander Schallenberg ha dichiarato venerdì che le persone non vaccinate nelle regioni dell’Alta Austria e di Salisburgo potranno uscire di casa solo per motivi specifici necessari, come fare la spesa o andare dal medico.

La situazione in Europa centrale e orientale

Nell’Europa centrale e orientale, nel frattempo, povertà, scarsa educazione sanitaria e disinformazione si sono combinati con una radicata sfiducia nel governo e nelle istituzioni statali ed hanno causato i livelli più bassi di inoculazioni in tutta Europa. Di conseguenza, nove paesi dell’Europa centrale e orientale figurano attualmente nei 10 tassi di mortalità giornalieri più alti dell’Ue per Sars-CoV-2. Nonostante le ampie forniture di vaccini, Romania e Bulgaria hanno vaccinato in maniera completa la percentuale più bassa della dei Paesi che compongono l’Ue: solo il 34,5% degli abitanti della Romania ha ricevuto due vaccini, mentre per la Bulgaria si parla del 23,04%. Entrambi hanno recentemente imposto restrizioni più severe, mentre la Lettonia, un altro paese a bassa vaccinazione, ha imposto un blocco di quattro settimane già a metà ottobre. Anche Repubblica Ceca, Slovacchia e Russia hanno inasprito le misure.

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