Sanità 25 Gennaio 2021 13:30

Ritardi, iniziative legali e l’equivoco “dose” e “fiala” tra Ue e Pfizer

Perché Pfizer sta consegnando meno vaccini del previsto? Che risvolti avrà questo ritardo sul piano vaccinale italiano? Conte: «Le notizie che arrivano sono preoccupanti». Ma il viceministro alla Salute Sileri è ottimista

Ritardi, iniziative legali e l’equivoco “dose” e “fiala” tra Ue e Pfizer

Dovrebbero partire oggi le iniziative legali annunciate dal Commissario straordinario all’emergenza Arcuri contro Pfizer (diffida per inadempimento, esposto per potenziale danno alla salute e richiesta a Bruxelles per inadempimenti), a causa della riduzione di dosi di vaccino consegnate all’Unione europea nelle ultime settimane. Un problema che, dunque, non riguarda solo l’Italia ma che ha rallentato la somministrazione delle dosi prevista dal piano vaccinale approvato dal Parlamento italiano e ratificato in Conferenza Stato-Regioni.

«Un rallentamento che – ha spiegato il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, a Radio 24 –, se dovesse estendersi per più di due o tre settimane», potrebbe provocare seri problemi «in termini di continuità vaccinale, soprattutto per le seconde dosi». Lo stesso Sileri, però, si è detto fiducioso del fatto che «il problema nelle prossime ore sarà completamente superato», considerato che «la stessa Pfizer ha dichiarato che già dal primo di febbraio si tornerà a normalità e poi vi sarà anche un recupero delle dosi mancanti». Data confermata anche da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità.

Pfizer-Biontech: «Numero di dosi significativamente maggiore nel secondo trimestre»

Eppure proprio Pfizer e Biontech, in una nota congiunta, avevano garantito che le consegne nell’Unione europea sarebbero tornate «regolari come da programma a partire dalla settimana del 25 gennaio, con un aumento a partire dalla settimana del 15 febbraio». La data in cui si sarebbe tornati alla normalità è dunque slittata di una settimana, nelle dichiarazioni ufficiali dei due colossi farmaceutici, che comunque si dicono sicuri di riuscire a «consegnare le quantità di dosi di vaccino previste per il primo trimestre e un quantitativo nettamente superiore nel secondo trimestre».

Il motivo di questo ritardo sarebbe da rintracciare in un piano «che consentirà l’aumento della capacità produttiva in Europa e fornirà un numero significativamente maggiore di dosi nel secondo trimestre». Per raggiungere questo obiettivo, spiegano Pfizer e Biontech, «si è reso necessario apportare subito alcune modifiche ai processi di produzione. Di conseguenza, il nostro stabilimento di Puurs, in Belgio, ha subito una temporanea riduzione del numero di dosi recapitate».

Fiale o dosi? L’equivoco nel contratto tra Pfizer e Ue

Secondo il contratto (rivelato dal Corriere della Sera) che impegna il colosso farmaceutico a fornire determinati quantitativi di vaccino ai Paesi membri dell’Unione europea, l’accordo sulle forniture riguarda solo le dosi e non le fiale. La differenza non è di poco conto, considerato che ad inizio gennaio l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha autorizzato l’utilizzo di sei dosi del vaccino per ogni fiala (prima ne erano cinque). Ciò significa che a Pfizer non dovrebbe essere possibile contestare la violazione del contratto se, a fronte di una diminuzione di fiale, mantiene costante il numero di dosi distribuite.

Galli (Sacco): «Mezzo mondo sta offrendo di più»

Un’interpretazione diversa della vicenda la dà Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e docente all’università Statale del capoluogo lombardo, intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai3: per quanto riguarda le forniture di vaccini, ricorda, «è anche una questione di mercato. L’Unione europea ha avuto garanzie di avere una grande quantità di vaccino a determinate condizioni. Adesso c’è mezzo mondo, anche parte del mondo emergente, che probabilmente sta offrendo di più, come fanno presupporre le indiscrezioni giornalistiche».

Più in generale, ha aggiunto l’infettivologo, «ci si poteva aspettare che gli impianti delle grandi aziende farmaceutiche potessero non essere in grado di rispondere con la velocità voluta. Forse poteva essere pensata prima qualche soluzione per moltiplicare impianti e poter produrre vaccini anche altrove. Ma tutto è accaduto in tempo molto breve e queste cose non sono state fatte», ha concluso.

Conte: «Le notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini sono preoccupanti»

«Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti-Covid sono preoccupanti. Dapprima Pfizer-Biontech ha comunicato un rallentamento della distribuzione ai Paesi europei delle dosi di vaccino già programmate e questo sta penalizzando proprio i Paesi che, come l’Italia, stanno correndo più velocemente: le Regioni italiane sono costrette a rallentare le nuove somministrazioni per assicurare il richiamo alle persone già vaccinate. Ma ancora più preoccupanti sono le notizie» diffuse da AstraZeneca, il cui vaccino è «in attesa di essere presto distribuito anche nell’Unione Europea. Se fosse confermata la riduzione del 60% delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni».

Così il Premier Giuseppe Conte in un lungo e rabbioso post pubblicato sulla sua pagina Facebook. «Questi rallentamenti delle consegne – continua Conte – costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all’Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia».

 

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