Endri Fuga, portavoce del Governo: «Oltre 600 persone hanno ricevuto assistenza medica. Team di emergenza stanno arrivando dal Kosovo, dall’Italia, dalla Grecia e da altri Paesi vicini. I soccorritori sono aiutati da volontari in una manifestazione di solidarietà senza precedenti»
Un team italiano con Croce Rossa, Protezione Civile e Vigili del Fuoco è partito, su disposizione della Presidenza del Consiglio, per rispondere alla richiesta di soccorso avanzata dall’Albania dopo che un scossa di magnitudo 6.5 ha colpito il Paese nelle prime ore del 26 novembre. La squadra, composta da esperti della CRI, squadre USAR di ricerca e soccorso dei Vigili del fuoco della Toscana e squadre operative da Puglia e Campania – integrate da personale medico dell’AREU della regione Lombardia – da ingegneri e tecnici del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco esperti nella valutazione e analisi del danno, da personale del Dipartimento della Protezione Civile, raggiungerà i luoghi colpiti a poche ore dalla violenta scossa. Compito del team italiano, oltre alle attività di ricerca e soccorso, sarà quello di garantire il necessario supporto alle autorità locali nelle attività di valutazione del danno e dell’agibilità sia su strutture pubbliche che su edifici privati.
Intanto sale il bilancio delle vittime: 31 morti e 657 feriti, mentre si continuano a cercare i dispersi. “Team di emergenza stanno arrivando dal Kosovo, dall’Italia, dalla Grecia e da altri Paesi vicini. I soccorritori sono aiutati da volontari in una manifestazione di solidarietà senza precedenti”, sottolinea il portavoce. A prestare soccorso alla popolazione colpita anche la Regione Lombardia. Su Facebook, il governatore Attilio Fontana ha annunciato la partenza del Servizio di soccorso d’emergenza: “Ringrazio la squadra di A.R.E.U., composta da medici e personale specializzato nelle ricerche, partita, questa mattina, da Bresso, con elicottero, e Linate, con aereo AvioNord, per raggiungere le zone più colpite dal sisma”. Un messaggio di solidarietà è arrivato anche dal Ministro della Salute, Roberto Speranza. “Solidarietà e vicinanza al popolo albanese colpito da un tremendo terremoto. Le immagini sono tremende, ma sono sicuro che troveranno la forza di rialzarsi e il sostegno di tutti” scrive su Twitter.
LA MANAGER ITALIANA A TIRANA RACCONTA ‘IL BOATO E LA PAURA’
“PER LE STRADE CONFUSIONE, GENTE DORMIRÀ IN STRADA ANCHE STANOTTE”
Una corsa nel cuore della notte lungo le scale per uscire fuori di casa, con la preoccupazione di mettere al sicuro la sua famiglia e in particolare il suo bimbo di otto anni. E poi un altro immediato pensiero, quello per i suoi dipendenti della Consulcesi di Tirana, dove vive anche lei, circa 400, alcuni dei quali hanno la casa fuori citta’ che ha subito danni o hanno avuto loro stessi dei piccoli incidenti nel tentativo di lasciare le abitazioni. Non ultima, una riflessione su come dare un aiuto concreto immediato a chi ha perso tutto ed e’ in una situazione di bisogno. E’ stata una lunga notte quella che Simona Gori, direttore generale di Consulcesi e responsabile della sede albanese del gruppo, realta’ di riferimento per la tutela legale e la formazione dei medici, ha vissuto da quando le scosse di terremoto hanno colpito l’Albania. Ore di angoscia, nate da un forte boato che ha fatto tremare i lampadari di casa, nelle quali, pero’, come spiega lei stessa, anche per precedenti esperienze (la manager solo qualche mese fa ha bloccato un uomo che minacciava i passeggeri sull’aereo Tirana-Roma) ha imparato “a mantenere il sangue freddo”.
Raggiunta telefonicamente mentre sta lasciando la sede in Albania di Consulcesi, che ha subito lievi danni, spiega che “per le strade c’e’ ancora molta confusione, ci sono diverse persone in molti punti delle strade che hanno dormito in macchina nella notte e che probabilmente lo faranno anche stasera, perche’ ci si aspettano altre scosse”. “Qualche mese fa – aggiunge – c’e’ stato un altro terremoto. Abbiamo visto persone preoccupate. Credo sia importante muoversi per cercare volontari per un supporto psicologico concreto. Ci sara’ sicuramente bisogno anche di medicine, generi di primo soccorso e di ospitare persone che hanno perso la casa”. “Grazie al nostro modo di agire nelle situazioni difficili come Consulcesi – spiega Gori – abbiamo subito cercato di focalizzare l’attenzione su come poter essere di aiuto. Anche per questo arrivera’ nelle prossime ore un’unita’ mobile di primo soccorso di Sanita’ di Frontiera, che insieme a Consulcesi Onlus e’ stata attivata immediatamente anche grazie al supporto del polo universitario di Tor Vergata. L’abbiamo pensata piu’ come un presidio nelle zone colpite piu’ che in citta’. Si tratta di zone che hanno bisogno di medici pronti a gestire queste situazioni. L’Albania ha fatto grandi passi avanti, ma e’ importante avere il piu’ possibile conoscenza, background, formazione medica. Anche per questo, poiche’ ci occupiamo di formazione dei medici, abbiamo pensato a un corso per formare su disastri e calamita’ naturali”. La manager italiana si proietta gia’ nel futuro, ma la paura sul breve termine rimane. “Non credo – confida all’ANSA – che stanotte si dormira’. Abbiamo preparato una borsa in caso ce ne fosse bisogno”.