Nutri e Previeni 1 Dicembre 2015 18:26

Condanna per i ristoratori che non usano l’abbattitore

Condanna per i ristoratori che non usano l’abbattitore

shutterstock_121054855Ogni cibo, che poi verrà preparato e servito ai consumatori, non va messo subito nel congelatore, ma prima deve sostare nell’abbattitore. Scatta la condanna penale per gli esercenti di bar, pizzerie e ristoranti che surgelano i cibi cotti o crudi, carne o pesce che sia,  mettendoli direttamente nel surgelatore senza averli fatti previamente sostare nell’abbattitore termico, dove la crescita dei batteri viene meglio contrastata per la maggiore accelerazione del ciclo del freddo.

L’avvertimento viene dalla Cassazione che ha confermato la condanna all’ammenda, la cui entità non è nota, per la titolare di un bar di Torino colpevole di aver “detenuto sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione e, in particolare, 50 chili di hamburger acquistati freschi e sottoposti irregolarmente a surgelazione in assenza di abbattitore termico, con l’uso della medesima attrezzatura destinata alla conservazione”. In genere, l’abbattitore termico è utilizzato nei ristoranti dove si prepara il pesce, soprattutto quelli che servono carpacci crudi. Ad avviso della Suprema Corte, invece,  in accordo con la Procura di Torino, sempre attenta alla salute di consumatori e lavoratori, tutti i locali che vendono al pubblico cibo surgelato devono usare l’abbattitore, indipendentemente dallo stato di conservazione nel quale vengono trovati gli alimenti durante i controlli, anche nel caso in cui non siano tossici o nocivi per la salute.

La prassi di non utilizzare l’abbattitore è così diffusa che la proprietaria del bar in questione – come riporta il verdetto 40772 della Terza sezione penale della Cassazione – non ha nemmeno negato di “aver posto in essere il fatto oggetto dell’imputazione”. Non pensava che fosse un reato. “La contravvenzione in esame – rileva la Suprema Corte – non richiede la produzione di un danno alla salute, poiché l’interesse protetto dalla norma (artt. 5 e 6 legge 283 del 1962) è quello del rispetto del cosiddetto ordine alimentare, volto ad assicurare al consumatore che la sostanza alimentare giunga al consumo con le garanzie igieniche imposte per la sua natura”.

L’uso dell’abbattitore evita la formazione dei macro cristalli all’interno del prodotto e surgela rispettando le qualità organolettiche del cibo. Per quanto riguarda la contestazione dell’errata modalità di conservazione, i supremi giudici ricordano agli esercenti che chi effettua i controlli non è tenuto a far eseguire “analisi di laboratorio o perizie ben potendo il giudice di merito considerare altri elementi di prova, come le testimonianze di soggetti addetti alla vigilanza, quando lo stato di cattiva conservazione sia palese e, pertanto, rilevabile da una semplice ispezione”. In questo caso, il Tribunale di Torino, ricorda la Cassazione, “aveva verificato in concreto la mancanza di un piano di autocontrollo, dell’abbattitore di temperatura e del  termometro esterno, cosicché gli alimenti sono stati ritenuti in cattivo stato di conservazione perché detenuti in violazione delle norme tecniche di buona conservazione”.

Articoli correlati
Non voler visitare un paziente può essere reato
Una recente sentenza sancisce che il non voler visitare un paziente può portare ad una richiesta di risarcimento danni o peggio
di Riccardo Cantini, intermediario assicurativo (Iscrizione RUI di IVASS: E000570258)
L’errore diagnostico e la responsabilità medica
L'errore diagnostico può essere causa di responsabilità medica e portare a risarcire il paziente. Un caso recente
di Riccardo Cantini, intermediario assicurativo (Iscrizione RUI di IVASS: E000570258)
Diagnosi tardiva, medico rischia condanna dopo 30 anni
Con la sentenza n. 34813/2021 la Cassazione stabilisce che il medico è tenuto al risarcimento per l’omessa diagnosi di una patologia terminale, anche se questa è ininfluente sul decorso della malattia. Il motivo? Violato il diritto del paziente terminale di scegliere come affrontare la prospettiva della morte ormai prossima
Colpa grave, novità dalla Cassazione penale
Quando si può parlare di colpa grave? Novità e precisazioni emergono da una recente sentenza della Corte di Cassazione
di Riccardo Cantini, intermediario assicurativo (Iscrizione RUI di IVASS: E000570258)
Consenso informato, Cassazione: «È un atto medico»
Secondo la Corte di Cassazione, l’ottenimento del consenso informato è considerato atto medico. Un’informazione non corretta o carente è responsabilità professionale, con dovere di risarcire un doppio danno: alla salute e all’autodeterminazione
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Nutri e Previeni

Alimentazione, la dieta africana ‘spegne’ l’infiammazione

Allo studio hanno partecipato 77 uomini sani della Tanzania, alcuni sono passati a una dieta occidentale per due settimane, altri ad una africana tradizionale
Lavoro e Professioni

Congresso Fnopi, Mangiacavalli: “Il problema degli infermieri è il problema dell’Italia tutta”

Il messaggio del Presidente della Repubblica: "L'opportunità mi è grata per esprimere la riconoscenza della Repubblica per il contributo delle professioni infermieristiche alla salute de...
di I.F.
Prevenzione

Contro le patologie respiratorie la vaccinazione è la via maestra

La vaccinazione rappresenta la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali. Le Raccomandazioni di quattro società scientifiche sulla prevenzione delle patologie resp...