Nutri e Previeni 2 Novembre 2015 16:21

E’ la qualità della dieta a fare la differenza

Una raccomandazione ricorrente nelle linee guida dietetiche è quella di “mangiare un po’ di tutto con moderazione”. Una semplice regola che ora sembra non essere più tanto valida. Ovvero, mantenere a lungo una dieta molto varia, non sarebbe utile per mantenersi in salute, probabilmente perché si finisce per sconfinare in una dieta di scarsa qualità. […]

E’ la qualità della dieta a fare la differenza

shutterstock_172014812Una raccomandazione ricorrente nelle linee guida dietetiche è quella di “mangiare un po’ di tutto con moderazione”. Una semplice regola che ora sembra non essere più tanto valida. Ovvero, mantenere a lungo una dieta molto varia, non sarebbe utile per mantenersi in salute, probabilmente perché si finisce per sconfinare in una dieta di scarsa qualità.

Questo è quanto dimostrano i risultati di un nuovo studio condotto da ricercatori del University of Texas Health Science Center di Houston (UTHealth) e della Friedman School of Nutrition Science and Policy presso la Tufts University, pubblicato su PLOS ONE.

Gli studiosi hanno utilizzato i dati relativi a 6.814 americani adulti già partecipanti al Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis, un ampio studio di sorveglianza che ha coinvolto bianchi, neri, ispanici e cinesi, tutti residenti negli Stati Uniti. Hanno poi caratterizzato le diversificazioni nelle loro diete calcolando il numero di differenti alimenti mangiati più di una volta a settimana, la distribuzione delle calorie nei vari cibi consumati e la dissimilarità tra le diverse diete (le differenze tra i vari cibi consumati in relazione al contenuto di nutrienti che sono noti per influenzare la salute metabolica; fibre, sodio e acidi grassi trans). I ricercatori hanno valutato anche se la diversificazione dei cibi e la qualità della dieta (contenuto in cibi considerati salutari) dei soggetti considerati, potessero essere associate con il cambiamento nella circonferenza vita, cinque anni dopo l’inizio dello studio e con l’insorgenza del diabete di tipo 2, dopo 10 anni.

Si è così evidenziato che per i conteggi dei diversi cibi consumati e le diversificazioni della dieta, non vi erano associazioni con variazioni della circonferenza della vita, o con l’incidenza del diabete. Una maggiore varietà nella dieta non era, quindi, legata a miglioramenti della salute metabolica dei soggetti inclusi nello studio. Anzi, i partecipanti che mostravano una maggiore varietà di cibo nella loro dieta, hanno poi effettivamente evidenziato, un maggiore aumento della circonferenza della vita (120% in più), rispetto ai partecipanti con diete meno diversificate a riprova di una scarsa salute metabolica (l’accumulo di grassi addominali è un indice dell’aumento del rischio cardio-metabolico). Inoltre, a cinque anni dall’inizio dell’osservazione, la qualità della dieta non era associata ad una variazione della circonferenza vita. Dopo 10 anni, tuttavia, la dieta di qualità migliore era associata con un minor rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 (-25%) rispetto alla dieta di scarsa qualità.

“Un dato inaspettato è che i partecipanti con una maggiore diversità nelle loro diete, in realtà mostrano una dieta di scarsa qualità. Queste persone, nel lungo termine, tendono a consumare meno cibi sani, come frutta e verdura e più cibi  malsani, come salumi, dolci e bevande gasate”, ha precisato Marcia C. de Oliveira Otto, autore principale dello studio. “Questo può aiutare a spiegare l’associazione tra una maggiore diversità degli alimenti e l’aumento della circonferenza della vita”.

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