Nutri e Previeni 12 Novembre 2015 13:25

Eccessivo aumento del giro-vita intacca la longevità

Attenzione alla pancetta! Potrebbe rivelarsi molto pericolosa e portare addirittura ad una morte prematura, non solo nei soggetti a rischio ma anche nelle persone normopeso. Secondo l’analisi pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine, gli adulti di peso normale, ma con grasso extra a livello dell’addome, hanno evidenziato una peggiore aspettativa di vita anche rispetto a chi era generalmente […]

Eccessivo aumento del giro-vita intacca la longevità

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Attenzione alla pancetta! Potrebbe rivelarsi molto pericolosa e portare addirittura ad una morte prematura, non solo nei soggetti a rischio ma anche nelle persone normopeso. Secondo l’analisi pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine, gli adulti di peso normale, ma con grasso extra a livello dell’addome, hanno evidenziato una peggiore aspettativa di vita anche rispetto a chi era generalmente sovrappeso e gli uomini sono apparsi a più alto rischio rispetto alle donne. Il nuovo studio ha esaminato i dati relativi a 15.000 pazienti seguiti per 14 anni ed è stato condotto dal professor Francisco Lopez-Jimenez della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota.

Tra i risultati emersi analizzando il rapporto tra il peso e la massa corporea (Imc) nei volontari: gli adulti di peso normale, ma con grasso extra all’addome, hanno evidenziato gli effetti peggiori sulla longevità, con un 87% in più di rischio di morte prematura, rispetto ad un uomo di peso normale senza pancia. Confrontando uomini obesi o grassi con individui di sesso maschile normopeso ma con grasso addominale extra, questi ultimi hanno mostrato un rischio di morte prematura doppio.

Per le donne di peso normale, ma con extra grasso alla pancia, il pericolo di morte prematura è risultato aumentato del 50%, rispetto alle donne con grasso corporeo distribuito più equamente. Rispetto alle donne obese, inoltre, il loro rischio di morte anticipata e risultato aumentato del 32%.

Gli autori dello studio sostengono, dunque, che la valutazione dei rischi cardiovascolari dei pazienti dovrebbe tenere conto con solo del peso in sé, basato sul rapporto peso-massa corporea, ma anche della distribuzione del grasso in tutto il corpo.

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