Nutri e Previeni 25 Maggio 2016 10:38

Giornata mondiale sui disturbi alimentari: i DA devono diventare una priorità per il Servizio sanitario

Si terrà a Roma il 2 giugno la prima Giornata Mondiale sui Disturbi Alimentari. Scopo dell’iniziativa, promossa dall’Academy of Eating Disorders e organizzata in Italia dalla SISDCA (Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare) in collaborazione con diverse Società Scientifiche che operano nel settore, è quello di aumentare l’accesso a informazioni accurate, di sradicare miti e di sostenere il […]

Giornata mondiale sui disturbi alimentari: i DA devono diventare una priorità per il Servizio sanitario

2016-05-25_122846Si terrà a Roma il 2 giugno la prima Giornata Mondiale sui Disturbi Alimentari. Scopo dell’iniziativa, promossa dall’Academy of Eating Disorders e organizzata in Italia dalla SISDCA (Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare) in collaborazione con diverse Società Scientifiche che operano nel settore, è quello di aumentare l’accesso a informazioni accurate, di sradicare miti e di sostenere il cambiamento delle politiche nei confronti dei disturbi alimentari.

I Disturbi Alimentari (DA) sono malattie psicologiche, con importanti ricadute sul piano organico e funzionale, che interessano circa 70 milioni di persone nel mondo; persone che appartengono a differenti età, generi, identità etniche, nazionalità, strati socio-economici, competenze e capacità. I disturbi alimentari hanno il tasso di mortalità più alto tra tutte le malattie mentali e si manifestano con importanti conseguenze sul piano organico e del funzionamento sociale, con gravi penalizzazioni della qualità di vita; per giunta, molto spesso, non c’è un’efficace presa in carico da parte dei servizi sanitari nonostante la ricerca abbia dimostrato in modo sempre più evidente che esistono metodi in grado di offrire risultati positivi fino al pieno recupero clinicofunzionale.

Sulla scia del rivoluzionario decalogo, “Nove Verità sui disturbi alimentari” viene ora lanciato uno sforzo globale che, attraverso il World Eating Disorders Action Day, richiami l’attenzione su queste malattie devastanti, ma curabili. Secondo Amy Cunningham, co-fondatrice di International Eating Disorders Action, “La prima giornata mondiale sui DA manda un messaggio forte ai responsabili politici di tutto il mondo sulla necessità di un’azione, sottolineando il fatto che i disturbi alimentari non possono diventare causa di discriminazione e che, anzi, occorre diffondere la speranza per interventi di successo”. Attraverso la mobilitazione virtuale e l’attivismo specifico di ogni Paese, il World Eating Disorders Action Day farà progredire la comprensione sui disturbi alimentari come malattie curabili che
interessano una quota trasversale della popolazione del mondo, chiedendo ai responsabili delle politiche sanitarie più consapevolezza e responsabilità nella programmazione sanitaria e l’istituzione di reti e sistemi di cura nazionali adeguati. Inoltre la giornata offrirà l’occasione per far crescere l’advocacy
delle persone indebolite dalla malattia e per la creazione di nuovi partenariati tra mondo della ricerca clinica e Istituzioni. Una base di opportunità per future azioni finalizzate a cambiamenti a livello
internazionale.

La SISDCA è stata nel mondo la prima società scientifica nazionale dedicata ai DA. In questa giornata, si pone l’obiettivo di supportare i bisogni delle persone senza voce (advocacy) nei confronti dei policy maker. Le criticità sono tante, dalla sottovalutazione culturale di queste patologie che hanno un grande impatto su comorbosità, disabilità e mortalità, alla necessità di incasellare queste malattie in una categoria nosologica che non è in grado in alcun modo di descriverne la complessità e che rende ancor più complicata l’organizzazione assistenziale. Le istituzioni devono quindi considerare i DA come una priorità del Servizio Sanitario Nazionale e devono istituire in ogni Regione una rete assistenziale sulla falsa riga di quanto già operativo in alcune aree del territorio nazionale in modo da arginare la grande migrazione da una Regione all’altra con spreco di risorse e ridotta efficacia al momento del rientro in un contesto non adeguatamente strutturato. Nell’ottica di una corretta informazione, poi, è necessario tenere sempre presente che obesità e DA condividono numerosi fattori di rischio bio-psicosociali e per questo è fondamentale fare squadra sia longitudinalmente (territorio, acuzie, riabilitazione), che trasversalmente (area psi-area internistica, MMG/PdLS, altri specialisti e professionisti sanitari).

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