Nutri e Previeni 26 Ottobre 2016 10:40

No all’autodiagnosi per la sensibilità al glutine

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un preoccupante aumento di disturbi simili alla celiachia e all’intestino irritabile. Questo fenomeno è in parte dovuto all’aumento delle sostanze di natura proteica presenti negli alimenti che sono potenzialmente ‘allergeniche’. Di fatto, se finora l’indice era puntato quasi sempre contro il glutine, di recente sul banco degli imputati sono comparse […]

No all’autodiagnosi per la sensibilità al glutine

glutine sensibilitàNegli ultimi anni stiamo assistendo ad un preoccupante aumento di disturbi simili alla celiachia e all’intestino irritabile. Questo fenomeno è in parte dovuto all’aumento delle sostanze di natura proteica presenti negli alimenti che sono potenzialmente ‘allergeniche’. Di fatto, se finora l’indice era puntato quasi sempre contro il glutine, di recente sul banco degli imputati sono comparse anche altre proteine del grano. Ma ad allargarsi in modo preoccupante è il numero delle autodiagnosi di sensibilità al glutine, “ormai una moda fuori controllo in alcuni paesi, come gli Stati Uniti”. E’ l’allarme della Società italiana di gastroenterologia (Sige) che invita a “rivolgersi sempre allo specialista e a lasciare da parte il ‘fai-da-te’, che può rivelarsi pericoloso”.

Spiegano gli esperti
La celiachia è un’intolleranza al glutine che attiva una risposta immunologica in persone geneticamente predisposte e interessa almeno un italiano su 100. Mentre in questo caso i criteri diagnostici sono chiari, più controversa è la diagnosi di ‘sensibilità al glutine non celiaca’. “Quando non ci sono gli elementi per far diagnosi di celiachia, ma la persona riferisce che i suoi sintomi sono alleviati o scompaiono con una dieta senza glutine, questa persona si auto-definisce ‘intollerante’ al glutine o affetto da sensibilità al glutine di tipo non celiaco”, spiega Carolina Ciacci, ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Salerno. Tra disturbi ‘di moda’ e problemi reali, molti di quelli che si auto-diagnosticano una ‘sensibilità al glutine non celiaca’ però possono essere in realtà dei veri celiaci e come tali vanno inquadrati e seguiti da un medico. La raccomandazione quindi è “niente autodiagnosi”.

“In un mondo sempre più dominato da mitologie dietetiche fomentate da una informazione ad alto flusso, di facile accesso ma non sempre attendibile – sottolinea Antonio Craxì, presidente della Sige – il ruolo di una società scientifica è quello di fornire al pubblico la visione più aggiornata, comprensibile e nel contempo bilanciata su quanto la ricerca scientifica ma anche le mode del momento pongono all’attenzione”.

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