Nutri e Previeni 9 Febbraio 2016 16:56

Obesità e sovrappeso: non basta l’indice di massa corporea per definire la malattia

Obesità e sovrappeso: non basta l’indice di massa corporea per definire la malattia

obesitàIl semplice calcolo del valore del famoso Indice di massa corporea (Imc) non è una misura affidabile se oltre al rapporto peso/altezza si desidera conoscere lo stato di salute di una persona. Occorrono, infatti, le misure di altri parametri per definire se la persona è in sovrappeso o obesa. Lo confermano i ricercatori dell’Università della California di Santa Barbara, sull’International Journal of Obesity, che hanno dimostrato che 34,4 milioni di americani, classificati come in sovrappeso sulla base dell’indice di massa corporea, erano in realtà sani. Nell’indicazione di obesità serve considerare altri paramenti come la pressione del sangue, il colesterolo e la glicemia che insieme contribuiscono allo stato vero e proprio della malattia.

I difetti dell’Imc
”L’indice di massa corporea è un indicatore di salute difettoso – precisa Jeffrey Hunger, coautore dello studio – Nella categoria delle persone considerate in sovrappeso sulla base dell’Imc, abbiamo visto che in realtà il 47% è sano. Usare l’Imc per determinare sovrappeso o obesità quindi non è corretto”. Una conclusione cui i ricercatori sono arrivati analizzando il legame tra Imc (calcolato dividendo il peso di una persona per il quadrato della sua altezza) e altri parametri di salute, come la pressione del sangue, il colesterolo e la glicemia. In questo modo hanno dimostrato che oltre 2 milioni di persone, classificate come ‘molto obese’, perché con un Imc superiore a 35, in realtà erano sane. Non solo! Secondo lo studio, l’uso dell’Imc da solo non avrebbe permesso di identificare persone con problemi di obesità e sovrappeso: più’ del 30% di quelle con un indice di massa corporea normale (pari a 20,7 milioni) non sono infatti risultate sane, sulla base degli altri marcatori di salute. ”Non solo l’indice di massa corporea ha classificato in modo errato 54 milioni di persone identificandole come malate, ma ha fatto classificare sane persone che non lo erano se si considerano altri parametri clinici”, conclude Hunger.

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