Nutri e Previeni 24 Novembre 2016 11:46

Ortaggi ricchi di carotenoidi: un aiuto contro la demenza

Uno studio della University of Georgia, negli Usa, pubblicato sulla rivista Journal of the International Neuropsychological Society, suggerisce che mangiare carote, cavolo riccio e patate dolci potrebbe essere d’aiuto per mantenere una buona attività cerebrale e contrastare l’insorgere della demenza. Il merito potrebbe essere dei carotenoidi, precursori della vitamina A, di cui questi alimenti sono […]

Ortaggi ricchi di carotenoidi: un aiuto contro la demenza

vitamina A ortaggiUno studio della University of Georgia, negli Usa, pubblicato sulla rivista Journal of the International Neuropsychological Society, suggerisce che mangiare carote, cavolo riccio e patate dolci potrebbe essere d’aiuto per mantenere una buona attività cerebrale e contrastare l’insorgere della demenza. Il merito potrebbe essere dei carotenoidi, precursori della vitamina A, di cui questi alimenti sono ricchi e che sono le sostanze che danno loro un colore brillante. In particolare la luteina e la zeaxantina.

Lo studio
Gli studiosi hanno preso in esame 40 adulti tra i 65 e gli 86 anni, esaminandone l’attività cerebrale con una risonanza magnetica mentre tentavano di ricordare abbinamenti di parole che avevano appreso in precedenza. Dai risultati è emerso che i partecipanti con livelli più bassi di luteina e zeaxantina dovevano usare più energia cerebrale e fare affidamento in maniera più pesante su diverse aree del cervello per ricordare gli abbinamenti di parole appresi, mentre coloro che avevano livelli più elevati di questi due carotenoidi erano in grado di minimizzare la quantità di attività cerebrale necessaria per completare l’operazione. In altre parole, erano più “efficienti” dal punto di vista della funzionalità dei neuroni.

Servono altri studi per approfondire ulteriormente il risultato, ma secondo Stephen Miller, uno degli autori dello studio, si potrebbe arrivare potenzialmente a usare “integratori alimentari o cambiamenti nella dieta, per poter facilmente intervenire e potenzialmente migliorare le funzioni cognitive negli over 65”.

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