Da una ricerca condotta presso la Boulder University of Colorado, pubblicata sul Journal of Sleep Research, è emerso che i bimbi che non dormono abbastanza mangiano di più, quindi assumono più calorie. La ricerca è stata svolta su un piccolo campione di 10 bambini, tuttavia è la prima ad approfondire il legame tra il poco […]
Da una ricerca condotta presso la Boulder University of Colorado, pubblicata sul Journal of Sleep Research, è emerso che i bimbi che non dormono abbastanza mangiano di più, quindi assumono più calorie. La ricerca è stata svolta su un piccolo campione di 10 bambini, tuttavia è la prima ad approfondire il legame tra il poco sonno e l’assunzione di più calorie nei bimbi, misurandone con esattezza l’impatto.
Il giorno dell’esperimento
I piccoli, di 3-4 anni e tutti abituati al sonnellino pomeridiano, sono stati privati di circa tre ore di sonno in una giornata. Dovevano saltare il riposino al pomeriggio e ritardare di circa due ore l’orario in cui solitamente andavano a letto. La mattina dopo, però, venivano svegliati ai loro orari regolari. I tempi della veglia e del sonno, nel giorno dell’esperimento, sono stati monitorati grazie a speciali sensori indossabili, mentre i genitori hanno descritto accuratamente la composizione dei pasti consumati in casa, dagli ingredienti alla cottura. Si è così evidenziato che durante la giornata di sonno perso, i bimbi hanno assunto circa il 20% in più di calorie rispetto al solito, il 25% in più di zuccheri e 26% in più di carboidrati, come spiega Monique Lebourgeois, autrice principale dello studio.
Il giorno seguente
Il giorno seguente l’esperimento, i ragazzi sono stati autorizzati a dormire di più, quanto ne avevano bisogno. E si è visto che nel “giorno di recupero”, sono tornati ai normali livelli di consumo di zuccheri e carboidrati, ma ancora risultavano consumare il 14% in più di calorie e il 23% in più di grassi rispetto al normale. Secondo gli autori, i risultati di questo nuovo studio, potrebbero avere implicazioni importanti sul rischio di obesità nei più piccoli, se confermati da ulteriori studi con un più ampio numero di partecipanti.