Nutri e Previeni 1 Febbraio 2017 09:53

Tuo figlio detesta le verdure? Colpa della sua lingua

Secondo quanto rivela un esperimento condotto dalla BBC Learning’s Terrific Scientific campaign – con la guida di scienziati dell’Università di Coventry, il rifiuto di mangiare le verdure potrebbe avere le sue radici nelle papille gustative della lingua. In alcuni casi si tratta di papille gustative troppo sensibili al gusto (per la loro particolare forma ‘a […]

Tuo figlio detesta le verdure? Colpa della sua lingua

Secondo quanto rivela un esperimento condotto dalla BBC Learning’s Terrific Scientific campaign – con la guida di scienziati dell’Università di Coventry, il rifiuto di mangiare le verdure potrebbe avere le sue radici nelle papille gustative della lingua. In alcuni casi si tratta di papille gustative troppo sensibili al gusto (per la loro particolare forma ‘a fungo’). Invece, tutti gli altri – con lingue non così sensibili – con molto allenamento, mangiando ripetutamente le odiose pietanze, si possono abituare al sapore.

L’esperimento
Secondo una nota stampa, il progetto ha coinvolto bambini di 9-11 anni che sono stati divisi in due gruppi. Il primo ha dovuto mangiare per 15 giorni di seguito un contorno di cavolfiore; gli altri uvette. Alla fine delle due settimane gli sperimentatori hanno ‘misurato’ il livello di gradimento del cavolo da parte dei partecipanti, che è risultato aumentato in media tra coloro che hanno dovuto mangiarlo tutti i giorni e non aumentato affatto tra i bambini che hanno mangiato uvette. Inoltre tra i piccoli che hanno mangiato cavolo, per alcuni la verdura è divenuta almeno un po’ più appetibile, per altri è rimasta lo stesso sapore da incubo.

Gli scienziati hanno visto che per questi ultimi irriducibili antagonisti delle verdure potrebbe esserci un ‘problema’ di papille gustative più sensibili. Infatti si è visto che sulla lingua di coloro che non si sono abituati per nulla al gusto del cavolo sono presenti papille gustative un po’ diverse, a forma di fungo e probabilmente più sensibili ai sapori forti. Vale quindi la pena di provare ad abituarsi a un gusto inviso assaporandolo per più volte, prima di gettare definitivamente la spugna, concludono gli sperimentatori.

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